Reggio, Arena passa al contrattacco: “lo scioglimento è stata un’ingiustizia, vinceremo il ricorso e la gente deve sapere la verità”

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E’ un Demy Arena carico e rigenerato quello che ieri sera ha incontrato a Reggio i suoi amici e simpatizzanti, tutti coloro che l’hanno sostenuto e gli sono stati vicini dopo la “batosta” dello scioglimento del suo Consiglio Comunale a inizio ottobre. In questi tre mesi ha riflettuto, ha ricaricato le batterie, s’è anche un po rintanato lontano dai riflettori ma adesso ha tutta l’intenzione di tornare alla carica, supportato anche dal Pdl che giovedì prossimo a piazza Camagna presenterà l’instant-book “Reggio Calabria – La democrazia sospesa“, redatto “per smontare la relazione della commissione d’accesso che ha portato allo scioglimento del comune per contiguità mafiosa“. Ma ieri sera di politici o esponenti di partito neanche l’ombra, all’incontro tra Arena ei suoi amici più stretti amici, a cui l’ex Sindaco ha innanzitutto chiarito che – come riporta il numero di CalabriaOra oggi in edicola –  rispetto a un’ipotetica candidatura in parlamento, “non mi candido perchè quando ho assunto cariche elettive, sono sempre stato stimolato. A chi mi dice che un’eventuale candidatura servirebbe come risarcimento, rispondo che niente e nessuno potrà mai ripagarmi per quello che è successo. Ho subito una grande ingiustizia, ma ho sempre vissuto con calma e serenità tutti gli eventi, e non sono mai stato sfiorato dall’idea di essere uno ‘ndranghetista“.
Ha poi parlato nello specifico dello scioglimento del Comune e del ricorso al TAR presentato dal Pdl: “se la legge deve essere applicata ci sono molte possibilità che la nostra iniziativa venga accolta. In questi ultimi mes abbiamo lavorato per smontare una relazione priva di prove, ma colpa di chiacchiere, racconti e storie. Non esiste un solo elemento che giustifichi un provvedimento estremo come quello proposto e ottenuto dal Ministero dell’Interno, manca l’indicazione inconfutabile sul condizionamento mafioso di un solo atto amministrativo. Tutto è nato dalla spinta determinante di alcuni poteri forti che, in maniera pedestre, hanno portato a compimento un preciso disegno destabilizzante. C’è un elemento psicopatico che si è giocato la propria carriera politica e personale sulla pelle della città. Questo la gente lo deve sapere, ma glielo dobbiamo dire noi visto che nel gioco perverso in cui hanno fatto piombare la città, la disinformazione ha avuto un ruolo fondamentale con certa stampa che impedisce al cittadino di comprendere. Reggio ha subito una feroce esposizione mediatica nazionale che ha fatto finire in un unico calderone drammi, problemi economici e pettegolezzi che, messi insieme, hanno generato soltanto confusione. L’informazione ha glissato, scientemente, su determinati aspetti tornando, con assillante continuità, su menzogne che, col tempo, hanno assunto valore di verità. E’ bene dire, allora, che a Reggio c’è un gruppo eterogeno di soggetti che, rispetto alle sorti dell’ente, si muoveva tutto in un’unica direzione. Così, per anni, le parole magiche sono state ‘Fallara’, ‘Multiservizi’, Leonia’ e ‘Scopelliti’. Mai, e dico mai, nessuno ha avuto rispetto di amministratori che ogni giorno hanno lottato contro il mondo intero. Quando ci siamp insediati pensavamo di sospendere il contratto d’affitto di Villa Zerbi, così, dopo qualche mese, abbiamo incontrato i proprietari dell’immobile coi quali si era raggiunto l’accordo della concessione gratuita triennale e il taglio del debito pregresso. Molte delle azioni che abbiamo messo in campo, nel silenzio assoluto, sono state esportate ed elevate ad esempio in numerose pubbliche amministrazioni del resto d’Italia“:

Sul tema del dissesto, che sembra ormai un pericolo sventato, l’ex Sindaco ha detto che “dopo lo scioglimento abbiamo dovuto contrastare il tentativo di qualcuno impegnato a stimolare la Corte dei Conti a decretare il default del Comune. L’obiettivo di questo sociopatico era chiaro: soltanto col dissesto si poteva sconfiggere, fisicamente, Scopelliti. Ma la bancarotta sarebbe stato un atto molto più grave dello stesso scioglimento. Qualcuno ha tentato di ottenere una sentenza prima dell’emendamento ‘Salva Enti’, che avrebbe evitato la deriva alla città. Ecco cosa abbiamo rischiato. Noi torneremo a governare la città perchè non esiste un’alternativa. Dall’altro lato non c’è niente se non l’arroganza di chi ha combattuto le proprie battaglie personali sulla pelle della gente. Quando dovevamo realizzare il Piano strategico per le Politiche sociali avevamo individuato professionisti validi, esperti, innamorati della città che in passato avevano lavorato con le giunte Falcomatà e l’assessore Pensabene. Queste persone hanno dovuto combattere con i propri amici, hanno dovuto subire pressioni infinite da chi le accusava di passare con Arena e Scopelliti cadendo nel loro tranello“.

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