L’associazione ha reso pubblica la vicenda in una nota, nella quale si legge: ”Inutile si è dimostrato il tentativo della donna di spiegare che la fibrosi cistica non è una malattia contagiosa, ma sono piuttosto anche i piccoli raffreddori delle persone che circondano il paziente a compromettere il suo già precario stato di salute: ella si è vista costretta ad iscrivere suo figlio in una scuola di Soverato, fino a che, stanca per via del pendolarismo quotidiano, non ha raccontato l’accaduto alla sua famiglia e alla LIFC Calabria.“
La Onlus si sta muovendo in maniera attiva per risolvere il problema, infatti dichiara: “La Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus, nel difendere i diritti dei suoi pazienti, ha scritto una lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione, al Sindaco del Comune di Montepaone, all’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria ed a quello Provinciale di Catanzaro, chiedendo un intervento immediato teso alla definitiva risoluzione del problema, concedendo il diritto all’istruzione e alla socializzazione al bambino discriminato”.