- GENITORE Angelo, nato a Messina il 2.1.1957, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Gela;
- GRASSO Rosario, nato a Messina il 13.1.1956;
- MICELI Mario, nato a Messina il 31.7.1970;
- BUDA Nicolina, nata a Messina il 20.4.1963.
La misura degli arresti domiciliari è stata invece comminata nei confronti di:
- MICELI Antonina, nata a Messina il 31.07.1961;
- GAZZIGNATO Mara, nata a Padova il 8.7.1969;
- MANGIAPANE Francesca, nata a Furnari il 26.10.1963;
- OCO Simonetta, nata a Firenze il 28.02.1948;
- OLIVERI Domenica, nata a Messina il 25.4.1955;
- IARIA Carmelo, nato a Fondachello Fantina l’01.08.1935;
- BONNA Tommasa, nata a Messina il 16.09.1950, domiciliata in Cinisello Balsamo (MI);
- CUCINOTTA Maria, nata a Messina l’11.7.1960.
Le dodici persone sono tutte indagate come membri di un’organizzazione, ben delineata, dedita ad una serie indeterminata di truffe a partire dal settembre 2009 ai danni dell’INPDAP di Messina per l’erogazione di pensioni di reversibilità in assenza dei necessari presupposti, nonché ai danni di istituti finanziari per l’erogazione di finanziamenti con cessione del quinto delle predette pensioni. Figura chiave dell’organizzazione è Genitore Angelo, capo e promotore del sodalizio criminoso che come dipendente dell’INPDAP di Messina è riuscito ad aggirare il sistema interno che eroga le pensioni di reversibilità. Convinceva infatti i futuri complici a presentare false autocertificazioni che attestavano rapporti di coniugio del tutto inesistenti con defunti pensionati del cui decesso egli era a conoscenza grazie al ruolo interno alla Pubblica Amministrazione. Avendo libero accesso ai dati, infatti, il reo selezionava i pensionati deceduti non coniugati, così da avere la certezza che l’emolumento del pensionato dopo il suo decesso potesse essere riscosso dal falso coniuge senza il rischio di creare duplicati e di incorrere nei reali coniugi del defunto. I soggetti beneficiari delle fittizie posizioni pensionistiche non solo erano legati tra loro da rapporti di parentela o amicizia, ma avevano perfetta contezza del meccanismo truffaldino grazie al quale percepivano la pensione di reversibilità di un perfetto estraneo spacciandosi per falsi coniugi. La truffa prevedeva sempre lo stesso meccanismo e persino l’erogazione del denaro dagli stessi uffici postali. Sovente poi il beneficiario di una pensione era delegato alla riscossione di un’altra dello stesso gruppo in una sorta di catena ben collaudata. La seconda parte della truffa prevedeva poi la stipula di contratti con numerose finanziarie con finanziamenti e relativa trattenuta di un quinto sulle singole rate della stessa pensione di reversibilità. Il coinvolgimento di tutti gli indagati e complici rendeva anche questa seconda fase ben oleata e garantita dal controllo interno all’INPDAP e dall’abuso di potere operato dal capo dell’organizzazione. In particolare: GRASSO Rosario, era partecipe con il ruolo di beneficiario di pensione di reversibilità senza titolo e di un finanziamento con cessione del quinto della stessa pensione. Inoltre era il reclutatore di altre persone disposte a richiedere il riconoscimento di pensioni di reversibilità pur non avendone titolo, nonchè di delegato alla riscossione di altre pensioni erogate senza titolo; BUDA Nicolina rivestiva il ruolo di beneficiaria di pensione di reversibilità senza titolo e di un finanziamento con cessione del quinto della stessa pensione, e di delegata alla riscossione di altra pensione erogata senza titolo; MICELI Mario, partecipe con il ruolo di reclutatore di persone disposte a richiedere il riconoscimento di pensioni di reversibilità pur non avendone titolo e incaricato alla riscossione di altre. Il danno patrimoniale alla Pubblica Amministrazione causato dai soggetti arrestati oggi ammonta a circa 105.000 euro mentre quello apportato alle società finanziarie raggiunge la somma di circa 155.000 euro.