Sicilia, la nota dei giornalisti della Regione: “Denigrata la professionalità e la dignità di 21 persone”

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Ancora una volta il presidente della Regione sfugge al dialogo e alla corretta prassi sindacale, annunciando il licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa direttamente ai giornali, ieri, e alle agenzie di stampa, oggi, invece che ai diretti interessati”. Lo si apprende da una nota del Cdr dell’Ufficio Stampa della Regione Siciliana in riferimento alle dichiarazioni del governatore siciliano, Rosario Crocetta, che ha annunciato come da “ieri sia stato revocato l’incarico ai 21 giornalisti” di Palazzo d’Orleans. Il presidente “è rimasto sordo alle ripetute richieste di incontro avanzate da questo Comitato di redazione e dalla Federazione nazionale della stampa ponendo in essere – si legge ancore la nota -, reiteratamente, un comportamento antisindacale e denigrando la professionalità dei giornalisti e la dignità di 21 persone e delle loro famiglie. Apprendiamo, al momento solo dalle agenzie di stampa, visto che non abbiamo ancora avuto notificato alcun provvedimento e per questo l’ufficio continua a lavorare, seppur in stato di agitazione, che ‘alcuni dei giornalisti licenziati potranno essere riassunti, ma non certo con la carica di caporedattore‘”.
Avremmo voluto spiegare al presidente Crocetta, se solo ci avesse dato la possibilità di esercitare questo diritto sancito dalle leggi e dalla coscienza, che la qualifica l’ha stabilita il Parlamento siciliano e che non possono essere i giornalisti a modificarla, nè tanto meno a essere, per questo, additati, dal presidente in primis, al pubblico ludibrio come l’emblema degli sprechi della Regione” si apprende ancora dalla nota. “I componenti dell’ufficio stampa – conclude il comunicato -, assunti con “vincolo di dipendenza, carattere di continuità, in esclusiva e con il trattamento normativo ed economico previsto dal CCNL Giornalisti”, faranno certamente valere, in sede civile, penale e contabile, i propri diritti inalienabili a difesa della professionalità e dignità personale“.

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