Reggina, e si torna a San Siro…

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Giovedì sera la Reggina sarà in campo per gli ottavi di finale di Coppa Italia. I ragazzi di mister Dionigi, dopo aver eliminato il Chievo Verona grazie alla capocciata di Lucioni, si sono regalati il Milan. Per una sera la Reggina torna a riassaporare il grande calcio, quello a cui per anni ci aveva ben abituato.

E forse proprio per questo motivo la partita del 13 dicembre ha un significato particolare, che va al  di là del suo effettivo valore e del favore del pronostico che, ovviamente, pende dalla parte dei rossoneri di Allegri anche se, come si sa, il pallone è rotondo e tutto può succedere, a maggior ragione nalla bistrattata competizione tricolore, da molti snobbata e presa sottogamba, come dimostrano gli schieramenti presentati in campo, in gran parte formati dalle cosiddette seconde linee e da molti giovani che dalle formazioni Primavera vengono proiettati sul palcoscenico dei “grandi”.

Luci a “San Siro” per la Reggina e un dolce ritorno al passato, un passato nemmeno poi troppo lontano. Tre anni fa l’ultima volta, era il 7 febbraio 2009. A quasi tredici esatti dalla prima, datata 19 dicembre 1999. Il Milan e “San Siro”. Una delle squadre più blasonate e vincenti al mondo ed in Italia e uno degli stadi più belli e suggestivi del nostro calcio. Che nell’immaginario dei tifosi amaranto potrebbe rappresentare il simbolo del grande calcio, di quell’Olimpo a lungo sognato, desiderato e che fino al 1999 sembrava pura utopia.

Un sogno che divenne realtà, una bellissima realtà che ha superato di gran lunga l’immaginazione, durata ben nove campionati di serie A, di cui ben sette consecutivi. E che si scontra fragorosamente con quella attuale. La Reggina arranca paurosamente in serie B e prova a tenersi a galla in zona play out.
Le cose sono cambiate, è sotto gli occhi di tutti, inutile negarlo. Dall’anno della retrocessione in poi la squadra dello Stretto pare aver imboccato una pericolosa fase calante, interrotta soltanto nell’anno dei play off persi con il Novara. Quanti bocconi amari sono stati costretti ad ingoiare i tifosi. Ma gli stessi tifosi, quanto si sono allontanati da questa malconcia Reggina…
Sembrano lontani anni luce i giorni in cui gli avversari si chiamavano Milan, Inter, Juventus, Fiorentina, Lazio, Roma, Parma e via discorrendo. Nelle ultime stagioni la Reggina ha girato l’Italia affrontando avversari dai nomi molto meno altisonanti, quali Gallipoli, Gubbio, Portogruaro, Pro Vercelli, Lanciano, con risultati non sempre entusiasmanti. E sembrano ancor più lontani gli anni del “Granillo” gremito, di quella tana di calore e passione debordante che era già uno spettacolo vedere, gli anni del binomio inscindibile Reggina-tifosi.

Forse per una sera sarà come tornare indietro di qualche anno e respirare l’aria inebriante dei bei tempi andati e di quelle vette conquistate con fatica, sacrificio, amore. Magari, dopo il tabù “Bentegodi”, la Reggina, anche se priva dei titolari, riuscirà ad infrangere anche quello del “Meazza“, visto che nei nove precedenti non è mai riuscita a vincere. Sognare, del resto, non costa nulla. Ma non si vive di sogni e ricordi. Quindi, dopo aver rinverdito i fasti, dopo aver dato un’occhiata e toccato con mano lo splendido passato, sarà necessario svegliarsi e rituffarsi con maggior vigore nel campionato. C’è una categoria, una maglia e una storia da difendere e onorare. Come una volta. Per tornare quelli di una volta…

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