Gela, spara in strada e viene ucciso dalla polizia: aveva 1500 colpi, 30 li ha sparati contro gli agenti

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Giuseppe Licata, prima di essere ucciso questa notte dalla polizia a Gela, dal suo balcone del primo piano di una palazzina di via Arica 19, nel quartiere “Scavone” a Macchitella, contro gli agenti aveva esploso almeno una trentina di colpi di fucile. Lo ha detto il questore di Caltanissetta, Filippo Nicastro, al termine di una conferenza stampa convocata nel commissariato del grosso centro nisseno. Il disoccupato di 42 anni disponeva almeno di 1.500 cartucce. Ha iniziato intorno alle 22 a sparare dentro casa. I poliziotti, ha spiegato il questore, intorno alle 3 della notte hanno tentato di fare irruzione nell’abitazione per rassicurarsi sulle condizioni del padre del disoccupato, Antonio, un uomo di 74 anni con problemi di salute, con cui viveva insieme alla madre 70enne, Antonina. “A quel punto Licata, ha perso la testa e ha iniziato a sparare all’impazzata, ferendo gravemente a un occhio un poliziotto. La polizia ha risposto al fuoco colpendo mortalmente il disoccupato”, ha proseguito Nicastro. Intervento chirurgico, quindi, per l’agente ferito, Fabio Vaccaro, 47 anni, ricoverato in prognosi riservata alla Neurochirurgia del “Garibaldi” di Catania. “E’ stata una notte terribile”, ha detto il padre Antonio. “Mio figlio pero’ mi diceva “non ti tocco, non ti tocco” e poi e’ successo quello che e’ successo”. Licata, descritto come taciturno e irascibile, in precedenza era stato ricoverato al reparto di psichiatria dell’ospedale di Gela. La sua paura – sostengono alcuni vicini di casa – era che la polizia gli potesse sequestrare l’auto perche’ priva di assicurazione. E’ stato il fratello Gianfranco, a chiedere ieri sera l’intervento della polizia.

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