Alfano liquida Monti, crisi di governo sempre più vicina: oggi il premier va al Quirinale

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Il Presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilita’ e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell’interesse del paese e della sua immagine internazionale. Lo si legge nella nota diffusa dal Quirinale dopo gli incontri di oggi con i partiti.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riceverà nel  pomeriggio di sabato il presidente del Consiglio, Mario Monti. Lo rende noto il Quirinale.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si legge nella nota, ha ricevuto questa mattina il segretario e i presidenti dei gruppi parlamentari del PdL che gli hanno illustrato la decisione assunta dal loro partito di considerare conclusa l’esperienza del governo Monti. Al tempo stesso essi hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un’ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l’atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento già all’esame delle Camere. Il Capo dello Stato, dice ancora la nota, ha di conseguenza ritenuto necessario ricevere e ascoltare i rappresentanti delle altre forze politiche che hanno in Parlamento sorretto con la loro fiducia il governo Monti, al fine di verificarne l’orientamento in ordine all’ulteriore sviluppo – nelle nuove condizioni determinate dalla decisione del PdL – dell’attività legislativa. Il Presidente della Repubblica ha inoltre esaminato concretamente, sia con il Presidente del Senato che successivamente con il Presidente della Camera, le prospettive già delineate nei rispettivi calendari. Di tutto ciò il Capo dello Stato darà al più presto puntuale ragguaglio al Presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni. Il Presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell’interesse del paese e della sua immagine internazionale.

PDL DICE SI’A L.STABILITA’, RISERVA SU ALTRI TEMI  – I rappresentanti del Pdl “hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un’ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l’atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento già all’esame delle Camere”. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale dopo gli incontri avuti oggi dal presidente Giorgio Napolitano con le forze politiche di maggioranza”.  “Consideriamo conclusa l’esperienza di questo governo. Questo non ha nulla a che fare con la persona di Monti, con il suo servire le Istituzioni e con con sua lealtà nelle forze politiche e con noi in particolare”.Cosi’ oggi  il segretario del Pdl Angelino Alfano in aula alla Camera. “Ieri non abbiamo votato la sfiducia” al governo “perché avremmo causato l’abisso dell’esercizio provvisorio. Vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura” senza strappi e senza “mandare le istituzioni e il Paese allo scatafascio”.

DELEGAZIONI A COLLE IPOTIZZANO ROAD MAP, ITER SNELLO – Diventa sempre più concreta l’ipotesi di un’election day il 10 marzo con le elezioni della Lombardia e magari del Molise insieme alle politiche. E’ quanto si apprende da ambienti della maggioranza che si sono incontrati oggi con Napolitano. Ma le stesse fonti precisano che il Capo dello Stato vorrebbe che le Camere lavorassero ancora a provvedimenti considerati importanti come il decreto Ilva, quello sulle province, la delega fiscale e anche la legge elettorale. Napolitano sarebbe tornato a parlare della necessità di riformare il ‘Porcellum’, ma senza insistere troppo perché Pd e Pdl gli avrebbero fatto presente che o si arriva ad un accordo a prova di bomba oppure sarebbe stato controproducente insistere sul tema. La delegazione del Pd avrebbe sostenuto che mettere troppa carne al fuoco con il Pdl, che di fatto “ha cominciato la campagna elettorale”, potrebbe rivelarsi dannoso per il governo, per il rischio di continui ostacoli in Parlamento, e indebolire l’immagine di Monti.

In più, il partito di Bersani sarebbe stato chiaro su un punto: non c’é nessuna intenzione di lasciare la campagna elettorale solo nelle mani dei pidiellini. Su tutti i provvedimenti, cioé, i Democratici sarebbero pronti a far sentire la propria voce qualora dovessero nutrire delle perplessità. Così, alla fine, sia dal fronte Pd, sia da quello del Pdl sarebbe emerso un invito a chiudere in fretta, “il prima possibile”. Alcuni hanno proposto anche “entro dicembre”. L’ipotesi più probabile, però, allo stato, è che le Camere si sciolgano a metà gennaio per andare a votare il 10 marzo. Nel frattempo, secondo quanto si apprende, si starebbe valutando anche l’ipotesi di un intervento di Monti alle Camere per tentare di rasserenare un po’ il clima, per riportare tutto sui giusti binari.

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