L’operazione che questa mattina ha portato in carcere 39 persone, denominata “Saggezza”, ha consentito di documentare gli organigrammi e le attività illecite dell’associazione accertando l’esistenza e l’operatività di cinque “locali” di ndrangheta, riferibili ai comuni di Antonimina (famiglia Romano), Ardore (famiglia Varacalli), Canolo (famiglia Raso), Ciminà (famiglia Nesci) e Cirella di Platì (famiglia Fabiano), individuandone le figure apicali che esercitano il controllo su tutto il loro territorio. I Carabinieri hanno individuato il circuito di interessi economici e societari riferibili agli indagati; in particolare, le attività economiche attraverso le quali gli stessi indagati, che le gestivano, conseguivano i propri profitti illeciti, acclarando ipotesi di condizionamento degli appalti pubblici mediante atti di concorrenza sleale, di gestione e controllo diretto ed indiretto di attività economiche nel settore edilizio, nel movimento terra e nel taglio boschivo in località aspro montane; di ostacolo al libero esercizio del voto (condizionandone l’elezione di organi istituzionali quali ad esempio il Presidente della Comunità Montana “Aspromonte Orientale”); un circuito di usura ed esercizio abusivo dell’attività di credito. Tutte accuse queste che la procura distrettuale Reggina ha contestato a vario titolo insieme alle altre ai 39 arrestati.
Reggio: 39 arresti per ‘ndrangheta, condizionavano anche voto comunità montane
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