In riva allo stretto esiste un lunghissimo elenco delle aziende in crisi, dalla nautica, all’edilizia, alla meccanica, fino ai servizi e al turismo. Dal 2008 ad oggi, solo nel settore edile, si sono persi 4.500 posti di lavoro. Quanto al resto, dall’Atm a Messinambiente, ai servizi sociali, ai dipendenti del Comune sono tutte cifre e realtà. Il Piano del lavoro presentato dal sindacato di fatto scommette sulla ripresa degli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture per rilanciare il sud e soprattutto ammodernarlo.
“Bisogna cambiare le modalità con cui il governo taglia le risorse agli Enti locali – continua Susanna Camusso – perché questi tagli non corrispondono ad un risparmio ma diventano fonte di futuri problemi e meccanismi di recessione. Dobbiamo chiudere questa stagione e creare nuovo lavoro anche riorganizzando i servizi. La soluzione non è centralizzare l’uso delle risorse ma cambiare le modalità di utilizzo. Sono certa che Crocetta, in Sicilia, rappresenta una diversità rispetto alle passate gestioni, ma ha un compito difficile, con una Regione con problemi di dissesto e strutturali. Può farlo tagliando gli sprechi e guardando al futuro, mettendo il lavoro al primo punto”.
“I sindacati – conclude – hanno iniziato a denunciare la crisi da tempo. La Cgil sin dal 2004 ha lanciato l’allarme. Nel 2009 e negli anni a seguire, quando Berlusconi diceva che andava tutto bene noi denunciavamo la situazione reale. Oggi diciamo, stiamo attenti perché non c’è niente che possa sostituire il lavoro come unica fonte di ricchezza per le famiglie e per il Paese”.