L’inchiesta è secretata e ovviamente non se ne conoscono i dettagli ma, secondo indiscrezioni, Cattafi avrebbe agito per conto di Di Maggio. I due si sarebbero incontrati nel 1993 e di questi colloqui, a detta del Cattafi, ci sarebbero anche due registrazioni. Il boss di Barcellona avrebbe svolto per Di Maggio un non meglio precisato incarico specifico, ai tempi in cui si trovava coinvolto, e quindi agli arresti, nell’inchiesta sull’Autoparco di via Salomone a Milano, luogo di riciclaggio e spaccio di stupefacenti su larga scala. E’ probabile, se saranno confermati questi contatti, che Cattafi sia stato uno dei personaggi che veicolavano le comunicazioni tra le parti.
Ovviamente le dichiarazioni di Rosario Cattafi sono tutte da verificare. Egli è una figura contorta del sistema mafioso siciliano e non solo, perché per tanti anni è riuscito a mascherare il suo vero ruolo, a restare quasi una figura occultata. Ad oggi invece si può affermare con certezza come egli fosse il vero “capo dei capi” della provincia di Messina, e in stretti rapporti col boss latitante Nitto Santapaola, che venne ospitato per diversi mesi proprio a Barcellona Pozzo di Gotto, prima della sua cattura, proprio nel 1993. E forse anche questo fu un passo della trattativa.