Reggio scienza: domani alle 21 al Planetario Pitagora “XXII Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica”

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Secondo le fonti antiche, e almeno fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il più famoso e celebrato scultore in bronzo era senz’altro Pitagora di Reggio, che ancora il sofista cristiano Maras di Samosata, in Siria, riteneva essere l’autore della statua più bella al mondo: quella di Hera, moglie di Zeus, nel santuario di Olimpia. Tutti i critici antichi sostengono che Pitagora fosse inimitabile nella realizzazione dei capelli e delle barbe, che avesse realizzato un canone di simmetria, e che le sue opere fossero tanto perfette da sembrare degli uomini veri: di almeno due sue statue si sospettava che avessero vita autonoma e si muovessero da sole. Nato e cresciuto a Reggio negli anni in cui il tiranno Anaxileos fondava il Regno dello Stretto, Pitagora venne istruito nell’arte della bronzistica da Clearco di Reggio, il primo a realizzare statue colossali in bronzo, e fu, a sua volta, maestro di Sostrato di Reggio, che continuò la Scuola reggina di scultura. Essendo il più rinomato bronzista, Pitagora si mise al servizio dei vincitori delle gare panelleniche, risiedendo per gran parte della vita nel Peloponneso, anche se, forse negli ultimi anni, tornò in Italia, dove realizzò alcuni dei suoi capolavori più celebrati, quali l’Europa sul toro a Taranto e il Filottete ferito a Siracusa.

Celebrato e noto, Pitagora ha sofferto il naufragio della scuola artistica magnogreca, seppellita dal gusto prettamente e grettamente romano per le opere ateniesi: più volte studiato da archeologi e da storici dell’arte, la sua produzione artistica, ricercata tra le copie pervenute fino a noi, è rimasta avvolta dalle nebbie dell’incertezza. Ma un’altra strada è possibile: le creazioni del genio reggino erano tanto celebrate da essere imitate nelle “arti minori”, quali la glittica, e da valicare i confini angusti della Magna Grecia per approdare in tutte le regioni periferiche dell’ecumene greco.

La ricerca, effettuata cercando di incrociare i dati archeologici con quelli letterari, ha prodotto un catalogo di opere e di invenzioni artistiche, che verrà illustrato dal Professore Daniele Castrizio domani (17 ottobre, ore 21.00)  presso il Planetario provinciale Pitagora di Reggio Calabria.

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