La logica, suggerirebbe pertanto che a vergognarsi debba essere chi ha commesso qualcosa di disonorevole (naturalmente intendendosi tale secondo la morale in vigore) e non invece quelli che a quel qualcosa di “disonorevole” sono estranei ed eventualmente l’hanno solo evidenziato o denunciato.
Supponiamo ancora che ad un malato di cancro i medici, dopo avergli diagnosticato la malattia, gli assegnino la chemioterapia, con tutte le pesanti conseguenze che essa comporta, quali la caduta dei capelli, senso di nausea, conati di vomito, insofferenza la luce e depressione.
O invece l’unico responsabile di tutte sofferenze non debba ritenersi solo il male che purtroppo è insorto e cui, non si sa con quale esito, i medici tentano di porre rimedio?
Del commissariamento di Reggio, fermo restando che di ciò nessuno se ne può e se ne deve rallegrare (perché è e rimarrà una disgrazia per l’intera comunità), non si capisce perché se ne debba vergognare chi lo ha decretato e non chi lo ha invece reso possibile.
Ammettiamo ancora che nessuno debba sentirsi in colpa, anche solo per il semplice motivo che la morale in auge non ritiene censurabili certi comportamenti, non esiste tuttavia una “responsabilità oggettiva” di chi amministra la cosa pubblica (esattamente come è previsto anche nel diritto societario ed in quello sportivo)?
Un’ultima considerazione: le sparate (non si sa se generate dall’orgasmo della diretta TV, da carenze proprie o da non proprio imparziali suggerimenti) di chi se l’è presa con i giornalisti per i danni che il commissariamento porterà al turismo, sono state un buono spot per la città?
Ma d’altra parte c’era qualcuno che se la prendeva con i giornalisti che parlavano di crisi, mentre i ristoranti erano pieni ….