Siracusa, tutti i dettagli dell’operazione “Kripto” contro il clan Nardo

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Su gommoni pilotati da scafisti albanesi giungevano presso le coste del Siracusano grossi quantitativi di marijuana. Dalle spiagge, la droga veniva stoccata e poi portata con staffette in altri luoghi, considerati più sicuri, per essere venduta nel meridione della Sicilia. Questa è la tattica utilizzata dalla banda di spacciatori legata alla cosca Nardo, sgominata grazie all’operazione Kripto condotta dalla Guardia di Finanza di Siracusa, che ha portato all’arresto di 14 persone. Il gruppo criminale ha messo diverse volte in seria difficoltà le indagini, poichè, per timore di essere scoperto, usava mischiarsi alla gente comune, all’interno di centri commerciali. L’avvio dell’inchiesta risale al 2008, dopo l’arresto di Sergio Bonsignore, di 37 anni, e Donatello Cormaci, di 39, due dei destinatari dell’ordine di carcerazione emessa dal Gip di Catania, Anna Maggiore, per un’estorsione a una cooperativa edile a Augusta.I due, infatti, secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza, risultavano essere ”due pedine di rilievo del clan Nardo”, legato a Cosa nostra di Catania.
Le indagini hanno permesso di scoprire che Bonsignore durante la detenzione avrebbe ottenuto uno ‘stipendio‘ di diverse migliaia di euro dal clan, e ‘benefit‘ per i suoi familiari. Cormaci, invece, dopo essere uscito dal carcere pare avesse assunto un ruolo di rilievo nel clan, tanto da essere ”considerato l’attuale ‘reggente’ della cosca mafiosa che opera nell’area nord del Siracusano“. Nel corso dell’inchiesta diversi sono stati i sequestri di droga. L’ultimo che è stato effettuato conta 26 chili di marijuana, che sul mercato aveva un valore di 250mila euro. A coordinare le indagini delle fiamme gialle di Siracusa il procuratore aggiunto di Catania, Amedeo Bertone, e i sostituti della Dda etnea Luigi Lombardo, Andrea Ursino e Alessandro La Rosa.

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