L’occhio di Facebook spia le nostre chat

StrettoWeb

Sembra essere vera la notizia che le conversazioni private tra gli utenti di Facebook vengono analizzate da un algoritmo in grado di identificare e prevenire possibili reati in base alle parole che vengono scambiate.

L’algoritmo è studiato in modo da identificare un possibile messaggio criminale o eventuali piani per attentati alla sicurezza pubblica. Le conversazioni ritenute sospette vengono inoltrate alle forze dell’ordine Usa, e questo sta ovviamente sollevando polemiche per quanto riguarda la privacy.

Nessuno al momento è in grado di stabilire quanto sia preciso l’algoritmo e quali siano le parole in grado di azionare e segnalare le conversazioni sospette.
Si sa comunque che il codice controlla tutti gli utenti che non sono considerati chattatori abituali.

Il social network ci tiene a far sapere che consegnerà le chat a tribunali e forze dell’ordine che ne facessero richiesta solo sulla base di reale necessità e consistenza. E non nasconde che in caso se ne ravveda la necessità, le informazioni verranno condivise con l’interlocutore che verrà ritenuto più idoneo.

Ma ad ogni modo, prima di arrivare alla polizia le chat vengono riviste dalle strutture di sicurezza di Facebook, e poi eventualmente in caso di interesse, girate agli uffici competenti. Al momento, sembra che almeno un pedofilo sia stato identificato e bloccato grazie all’intervento dell’algoritmo.

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