Reggio: blitz della guardia di Finanza al mercatino di piazza del Popolo, sequestrati 4.000 capi di abbigliamento falsi

StrettoWeb

Blitz dei finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria a Piazza del Popolo, stamattina, al consueto mercatino del martedì. Alle prime luci dell’alba sono stati sorpresi cinque venditori ambulanti di origini nordafricane intenti a scaricare diversi furgoni stracolmi di prodotti contraffatti.

L’intervento dei Baschi Verdi tra le bancarelle del mercato cittadino si è concluso con il sequestro di 2.000 capi d’abbigliamento falsi griffati Louis Vuitton, Armani, Gucci, La Martina, Ralph Lauren, D&G, Fred Perry, Peuterey, Blauer, Moncler, Burberry, Alviero Martini, Fay, Siviglia, Paciotti, Guess, Refrigiwear, Jeckerson, Lacoste e oltre 2.000 paia di scarpe griffate Hogan, Nike e Adidas.

Più di 200 mila euro il valore della merce sequestrata e sottratta al mercato clandestino locale.

I responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per ricettazione, contraffazione, introduzione e commercio di prodotti con segni falsi.Rischiano fino a 6 anni di reclusione e 50.000 euro di multa.

Denunciato anche per guida senza patente un altro venditore ambulante di origini extracomunitarie sorpreso alla guida della propria autovettura mentre faceva ingresso al mercato.

Il veicolo sprovvisto di copertura assicurativa e tagliando di revisione, è stato sottoposto a sequestro. L’attività di servizio è stata estesa anche in materia di immigrazione clandestina con il controllo dei documenti di riconoscimento e dei permessi di soggiorno di altrettanti cittadini stranieri.

In questo periodo di congiuntura finanziaria il mercato del falso ha assunto proporzioni notevoli quanto a giro di affari e numero di capi venduti, tutto a scapito dei cittadini onesti che pongono in commercio regolarmente i prodotti acquistati dai rivenditori ufficiali delle note griffes italiane ed estere.

Il sequestro effettuato rappresenta solo un punto di partenza per le fiamme gialle reggine alle quali spetta ora il compito di inserirsi nella cosiddetta “filiera del falso” per capire la provenienza della merce e risalire alla centrale di produzione.

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