Sulla questione e’ stato contattato anche Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare e componente dell’Osservatorio Mediterraneo della Pesca, il quale ha confermato l’esistenza di un accordo del 2008 di collaborazione fra Italia e Libia in merito ai reperti archeologici marini; Tusa si e’ detto disponibile ad analizzare i reperti. Ma c’è di più e forse si può sperare per la risoluzione di questo increscioso equivoco: grazie ai colloqui con il ministro Libico Adnan Jibril, il Console De Sanctis e Tumbiolo hanno ottenuto un decreto del ministero della Pesca ed Agricoltura Libico, avallato dal Consiglio dei ministri, per la liberazione dei marittimi e dei natanti dietro ad un’ammenda che andrebbe dai 5.000 ai 10.000 euro. Sulla questione pero’è fondamentale il pronunciamento della magistratura, organo autonomo, e del Tribunale Militare di Bengasi; a tal fine sono intercorsi fitti contatti con alcuni esponenti delle milizie bengasine e con il capo delle forze armate libiche Ben Aje. “Sono stati avviati contatti – dice Tumbiolo – a vari livelli. Ci auguriamo che il grande sforzo prodotto insieme dalla Diplomazia Italiana e dal Distretto della Pesca possa sbloccare questa complicata vicenda“.
Motopesca sequestrati, sono in corso trattative con le autorità. Forse spiraglio
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