Motopesca sequestrati, sono in corso trattative con le autorità. Forse spiraglio

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Si apre qualche spiraglio nella situazione dei 19 marittimi sequestrati con i loro pescherecci a Bengasi. Sono in corso trattative con le autorita’ libiche condotte insieme dal Console d’Italia a Bengasi, Guido De Sanctis, e dal presidente del Distretto produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo. I tre motopesca furono sequestrati lo scorso 7 giugno, quando si trovavano a circa 42 miglia a nord di Bengasi. Da alcuni giorni, il Tumbiolo si trova a Bengasi insieme agli armatori Maurizio Giacalone (Boccia II) e Piero Asaro (Antonino Sirrato), al fine di trovare una soluzione della vicenda. Vicenda che si e’ complicata  proprio nelle ultime ore a seguito del ritrovamento all’interno di uno dei motopesca di una borsa contenente cocci di antiche anfore rimasti impigliati all’interno delle reti da pesca. Gli organi di stampa libici hanno dato molto risalto a questa notizia, aggravando ulteriormente la posizione dei 19 marittimi che sono sottoposti a vigilanza armata sui loro pescherecci.
Sulla questione e’ stato contattato anche Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare e componente dell’Osservatorio Mediterraneo della Pesca, il quale ha confermato l’esistenza di un accordo del 2008 di collaborazione fra Italia e Libia in merito ai reperti archeologici marini; Tusa si e’ detto disponibile ad analizzare i reperti. Ma c’è di più e forse si può sperare per la risoluzione di questo increscioso equivoco: grazie ai colloqui con il ministro Libico Adnan Jibril, il Console De Sanctis e Tumbiolo hanno ottenuto un decreto del ministero della Pesca ed Agricoltura Libico, avallato dal Consiglio dei ministri, per la liberazione dei marittimi e dei natanti dietro ad un’ammenda che andrebbe dai 5.000 ai 10.000 euro. Sulla questione pero’è fondamentale il pronunciamento della magistratura, organo autonomo, e del Tribunale Militare di Bengasi; a tal fine sono intercorsi fitti contatti con alcuni esponenti delle milizie bengasine e con il capo delle forze armate libiche Ben Aje. “Sono stati avviati contatti – dice Tumbioloa vari livelli. Ci auguriamo che il grande sforzo prodotto insieme dalla Diplomazia Italiana e dal Distretto della Pesca possa sbloccare questa complicata vicenda“.

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