Il 2 giugno a Termini Imerese. Gli ex operai della Fiat: “Siamo figli di una Repubblica minore”

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A Termini Imerese non c’è aria di festa oggi. Gli ex dipendenti della Fiat dichiarano di sentirsi come “figli di una Repubblica minore” e denunciano il “tradimento dello Stato” in ordine all’accordo dello scorso dicembre che metteva in salvo i 640 esodati e il futuro di coloro che restavano in forza di un piano di ricoversione. Sale la tensione dal momento che le garanzie promesse vengono meno e questo pomeriggio, in piazza Duomo si è aperto un vasto “consiglio comunale“, con la presenza di una ventina di amministrazioni del comprensorio.
Chiediamo che il governo Monti – dice il sindaco di Termini Toto’ Burrafatoinserisca a pieno titolo la riqualificazione produttiva di Termini tra le priorita’ strategiche del Piano per il Sud del ministro Barca. Nell’incontro con il ministro Passera ci attendiamo il massimo della chiarezza alla scadenza dell’ultimatum che ha indirizzato a Dr Motor. Attendiamo certezze sia sul fronte dei 640 addetti in attesa di esodo incentivato, sia sulle garanzie per la restante parte dei lavoratori della Fiat e dell’indotto“. Intanto, è previsto per lunedì l’incontro con il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera. Sara’ piu’ chiaro se Dr Motor potra’ scrivere un nuovo capitolo della fabbrica automobolistica siciliana, o se occorrera’ trovare un’alternativa. “La responsabilita’ sullo stato di incertezza – accusano i sindacati – e’ l’effetto dell’approssimazione e della leggerezza con cui il precedente governo e Invitalia hanno seguito la vicenda”. “Abbiamo perso gia’ troppo tempo – incalzanol – Invitalia non e’ affidabile per garantire la ricollocazione dei lavoratori. La tensione sociale e’ al massimo: Passera assuma in prima persona la vertenza come emergenza nazionale, senza delegare nessuno”.

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