A Roma il vertice Monti-Merkel-Hollande-Rajoy: il punto sulla crisi dell’Euro-zona e le misure per fronteggiarla

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Che Mario Monti avrebbe giocato al tavolo del vertice anche la carta della tenuta stessa del suo governo si sapeva. Quello che non ci si aspettava è che al summit di villa Madama il premier sarebbe stato preceduto da Angela Merkel. Perchè la prima ad usare l’argomento ‘interno’ – raccontano fonti diplomatiche – sarebbe stata proprio la Cancelliera, che in via preventiva avrebbe messo subito in chiaro le pressioni della sua maggioranza contro soluzioni indigeste all’opinione pubblica tedesca. Una chiave comune, al tavolo con Hollande e Rajoy, anche loro alle prese con le aspettative di chi li ha appena eletti. Ma certo, la carta più pesante era quella in mano a Monti. Perchè – spiega una fonte di governo – c’è molta differenza tra le prospettive di rielezione di un leader politico e la caduta di un governo di un Paese chiave per l’intera eurozona. Concetto che Monti avrebbe spiegato chiaramente, a villa Madama, esplicitando le ripercussioni che una crisi di governo in Italia avrebbe sui mercati e di conseguenza su tutte le economie europee. E che avrebbe ribadito – a scanso di equivoci – anche nelle ‘reporting calls’ seguite al vertice con gli altri leader europei, motivo per il quale il premier si è trattenuto tutto il pomeriggio – in compagnia del ministro degli Esteri Giulio Terzi – a villa Madama.

Ma quanto l’argomento di Monti abbia fatto breccia nelle convinzioni della Merkel, e quanto sia servito il colloquio a due che a preceduto la quadrilaterale, è ancora presto per dirlo. Di sicuro l’Italia e gli altri Paesi pro-crescita incassano il piano da 130 miliardi, l’un per cento del Pil europeo. Anche se ancora non ci sono i dettagli e le scadenze chieste da Monti, a palazzo Chigi esprimono soddisfazione per un messaggio forte ai mercati e ai cittadini: “C’è una cifra importante, e non era scontato”. Così come sembra ben avviato il negoziato sullo scorporo dei ‘buoni investimenti’ dal patto di stabilità, con la Commissione che deciderà quali investimenti saranno meritevoli di un trattamento più favorevole nel fiscal compact. E buone notizie ci sono anche sui project bond. Un “buon compromesso”, secondo fonti italiane, considerando che Roma ha dovuto accettare l’accelerazione a cooperazione rafforzata sulla tobin tax.

Il problema resta però sempre lo scudo anti-spread, la proposta italiana per un meccanismo automatico che contenga le oscillazioni dei differenziali tra i rendimenti dei titoli pubblici dell’eurozona. Tema di cui si è parlato al vertice, come riferito da Francois Hollande, e sul quale il presidente francese ha ribadito il suo appoggio: “Io lo sostengo”. Appunto, “io”. Non la Merkel, che ha ribadito anche oggi la necessità di operare a trattati vigenti, senza strappi alle regole. E così anche nella delegazione italiana ormai si parla di “meccanismi esistenti”, senza più fare riferimento a “nuovi strumenti”. Anche se, aggiunge una fonte italiana, “c’è ancora tempo per lavorare alla proposta, non era una cosa che si poteva ottenere oggi”. Anche perchè lo stesso Monti ha sottolineato più volte come la sede titolata alle decisioni è solo il Consiglio Ue, e quello di oggi è solo un “contributo” alla buona riuscita dell’appuntamento di Bruxelles. E in vista del Consiglio, Monti avrà tempo per ribadire i concetti espressi anche oggi nell’intervista concessa a diversi quotidiani europei: ovvero, il 28 e il 29 “è in gioco l’Europa”. Sempre più percorsa da sentimenti euroscettici, anche nei Paesi fondatori. Per questo oggi il premier ha sottolineato più volte l’importanza di una maggiore integrazione politica, economica, monetaria e – per la prima volta – anche bancaria. L’unico modo per dare sostanza al messaggio che per il premier è fondamentale inviare ai mercati: “The euro is here to stay”. Almeno su questo confortato da Merkel, anche lei “pronta a lottare per l’euro”. Resta da vedere se il compromesso di oggi basterà ai partiti. Le prime reazioni sono scettiche: per Bersani “ancora non c’è la soluzione”, Alfano invita a “maggiore coraggio”. Dal governo iniziano a replicare: “I risultati di oggi erano inimmaginabili fino a qualche mese fa…”.

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