Gossip – Belen e i suoi capricci : aveva paura di danni estetici

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La love story tra la soubrette e il ballerino Stefano De Martino non smette di far parlare. Specialmente dopo l’incidente in moto. Un medico del SSN della Regione Lazio ha mandato una lettera sul sito di gossip Dagospia, in cui denuncia una discriminazione di trattamento tra i normali pazienti e la showgirl argentina.
Il dottore scrive: “Essendo l’incidente verificatosi sulla via Tiburtina, oltre il raccordo anulare, vengono portati da una ambulanza del 118 al DEA di 1° livello di riferimento rappresentato dall’ospedale di Tivoli, cittadina nei dintorni di Roma. I due, anche sulla base del loro aspetto e delle loro condizioni cliniche apparenti documentate dai filmati dei media, sono a quel punto sicuramente classificati come codici verdi (i pazienti non hanno sicuramente lesioni che coinvolgono organi e funzioni vitali ma necessitano di cure). L’ospedale di Tivoli dispone di tutte le specializzazioni fondamentali in un ospedale con DEA (Medicina, Chirurgia, Radiodiagnostica, Ostetricia e Ginecologia e Rianimazione) ma non dispone di un reparto di chirurgia plastica. La soubrette ha riportato delle ferite lacero-contuse non in un segmento nobile come il viso ma in segmenti sicuramente meno importanti da un punto di vista medico come le gambe e le braccio”.
Il medico conclude : “A questo punto, a mio avviso senza un apparente valida giustificazione, i due feriti in codice verde vengono urgentemente trasferiti con una ambulanza al DEA dell’ospedale Sandro Pertini, nosocomio che dispone di un reparto di Chirurgica Plastica. Peraltro dopo i tagli effettuati nel comparto della Sanità nella Regione Lazio per il ripianamento del debito pregresso, i chirurghi plastici sono solo reperibili durante la notte (dopo le 20 di sera) e non sono in guardia attiva. Io credo che non sia giustificato trasferire una soubrette da un nosocomio ad un altro solo per garantirle una migliore sutura chirurgica, in tempi in cui si cerca di risparmiare anche sull’acquisto delle garze dentro un ospedale e in cui per trasferire da un nosocomio all’altro un paziente in codice rosso o giallo possono a volte essere necessari anche alcuni giorni”.

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