Emergenza Rifiuti: nella “mappa” delle zone critiche d’Italia ci sono anche Calabria e Sicilia

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Sarebbero addirittura troppe le discariche in Italia, e il fatto peggiore è che sono gestite male: per questo motivo il nostro Paese è finito sotto osservazione dall’Ue per la questione-rifiuti, che in un sistema ideale dovrebbero andare a finire in discarica soltanto per una parte residuale di una gestione che vede all’inizio del processo alte percentuali di raccolta differenziata. Invece l’Italia smaltisce in discarica quello che viene definito il ‘tal quale’, cioe’ i rifiuti urbani cosi’ come sono. In questo modo i fronti di emergenza si susseguono, da nord a sud in giro per il Paese. ”Ne smaltiamo in questo modo – spiega Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – in media ancora la meta”’. Con punte che ”in Sicilia, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Liguria e Calabria” si aggirano tra l’80 e il 90%. E’ cosi’, rileva Ciafani, che ”nascono e crescono le emergenze”. In Liguria, per esempio, ”c’e’ il problema della discarica di Genova che, purtroppo, e’ ancora molto capiente”. La situazione di Palermo invece e’ ”molto simile a quella di Roma. La discarica di Bellocampo e’ in via di esaurimento. Qui, in Sicilia, si rischia l’emergenza non per motivi finanziari ma per motivi di impiantistica”, anche perche’ ”il comune non ha voluto portare avanti la raccolta differenziata domiciliare”. In Basilicata, osserva Ciafani, ”Potenza ha chiuso una sua discarica e deve portare i rifiuti fuori bacino”. Per il dopo ‘‘c’e’ un progetto pronto ma manca il cofinanziamento regionale per farlo partire”. In questo caso ”l’esempio da seguire e’ quello di Salerno che in un anno e mezzo e’ arrivata al 70% di raccolta differenziata”. In Puglia ”putroppo, nonostante Vendola abbia condannata la dittatura delle discariche, ne rimangono ancora molte. Qui oltre l’80% dei rifiuti urbani finisce in discariche. E ci sono ancora volumetrie importanti a disposizione”. Il rischio riguarda anche Bari dove ”la crisi e’ dietro l’angolo: sta per chiudere (entro l’estate) la discarica di cui si serve il capoluogo pugliese, il sito di Giovinazzo”. In Calabria, l’emergenza continua da molti anni. E a Catanzaro, per esempio, l’emergenza ambientale riguarda molti comuni. Discorso a parte merita la Campania, che esce da 17 anni di commissariamento: un’emergenza infinita in cui si sono annidati i germi della criminalita’. Anche qui, rileva Ciafani, ”una nuova crisi potrebbe essere in arrivo. Le discariche, infatti, sono in via di esaurimento e mancano gli impianti”. Motivo per cui i rifiuti da ‘bruciare’ vanno in Olanda via mare. Le grandi citta’ a rischio sono, oltre Roma (che smaltisce l’80% dei rifiuti urbani in discarica), Palermo, Genova, Potenza, Bari, Napoli. Per queste realta’, conclude il vicepresidente di Legambiente, ”il modello proposto da Clini con il Piano per Roma andrebbe attuato prima nella capitale e poi replicato altrove”. In sostanza, un modello integrato in cui e’ prevista raccolta differenziata, recupero, riuso, termovalorizzazione e parte residuale in discarica.

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