Bomba Brindisi, l’attentato non sembra avere matrice mafiosa. La storia della Sacra Corona Unita e di Mesagne

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Le modalita’ di esecuzione, secondo gli esperti, rendono difficile l’attribuzione dell’attentato di oggi alla scuola brindisina ‘Morvillo Falcone’ alla criminalita’ organizzata tanto piu’ a quella pugliese, nata dalle ceneri della Sacra corona unita, disintegrata una decina di anni fa. Ma le forti valenze simboliche dell’attentato – a cominciare dal nome della scuola intitolata a ‘Francesca Laura Morvillo Falcone‘, moglie di Giovanni Falcone – hanno fatto pensare inizialmente a un atto devastante dei criminali brindisini, in particolare di Mesagne: quelli che ancora una decina di giorni fa sono stati oggetto di una dura operazione delle forze di polizia con qualche decina di arresti per associazione mafiosa. Mesagne e’ stata la culla storica della disciolta Scu ma anche delle nuove leve della criminalita’ organizzata, come spiega stasera una nota dell’Ansa. Era infatti di Mesagne Pino Rogoli, ritenuto il fondatore della Sacra Corona Unita (Scu), la mafia salentina per antonomasia. L’organizzazione nasce nell’83 nel carcere di Bari dove e’ rinchiuso Rogoli. Viene fondata perche’ i boss delle varie aree della Puglia vogliono fare affari da soli in tutta la regione, senza dover continuare a dipendere dai camorristi, o meglio, dalla Nuova camorra organizzata (Nco) di Raffaele Cutolo. L’ organizzazione della prima Scu e’ verticistica e le regole che gli affiliati devono rispettare vengono imposte da un gruppo di capi. All’ inizio degli anni Novanta, avviene la prima trasformazione: nasce la Nuova sacra corona unita (Nscu), molto piu’ spietata della precedente. Non pratica solo rapine, estorsioni e traffici di armi e droga. Partecipa ad appalti per la costruzione di opere pubbliche e ha attivita’ illecite ”finalizzate all’ arricchimento e al controllo di attivita’ economiche e di settori della pubblica amministrazione”. Sono questi gli anni piu’ caldi. La Nscu sferra un attacco durissimo alle istituzioni, organizzando anche un attentato, fallito, alla questura di Lecce e uno al treno Lecce-Stoccarda, la notte dell’Epifania del ’92: la bomba messa sui binari esplode poco prima del passaggio del treno. All’ inizio del 1998 nasce la Sacra Corona libera (Scl). I vertici dell’associazione sono occupati dalle giovani leve della mafia salentina. ”Persone senza scrupoli che seguono una politica di tipo gangsteristico-imprenditoriale”, dicono gli investigatori. Poi comincia lo smantellamento dell’organizzazione con duri colpi inflitti grazie alle dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia, compresi alcuni potenti capiclan. Arriva cosi’ di fatto, la disgregazione dei vari clan nei quali frattanto si e’ articolata l’organizzazione mafiosa pugliese. Ma naturalmente non cessa l’attivita’ criminale, che anzi ancora nella notte tra il 4 e il 5 maggio scorsi, proprio a Mesagne ha fatto saltare in aria con una bomba l’automobile del presidente dell’associazione antiracket di Mesagne, Fabio Marini. Attivita’ estorsive, danneggiamenti, attentati e incendi a imprenditori e commercianti sono le attivita’ precipue delle ”nuove leve” dei clan, ”i nipotini dei boss”, li definisce il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, capo della distrettuale antimafia salentina. ”Nuove leve”, ”emergenti” ancora collegati a capi storici della Scu, come i 16 destinatari di provvedimenti cautelari solo dieci giorni fa.

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