Trascorsi tre giorni di occupazione del Teatro, ora il comitato che ha organizzato la protesta per chiederne la restituzione alla citta’ dopo anni di chiusura decide di sciogliersi e di “riaprire la discussione in una nuova forma partecipata di assemblea permanente a presidio di questo spazi“. Come spiegano i membri, questa esperienza “continua in altre forme, rinnovate fin da questo momento. Noi restiamo, e la citta’ rimane qui con noi“. In questi tre giorni il “Teatro Garibaldi Aperto” e’ diventato “luogo di laboratorio, di confronto, di ascolto reciproco, e ha dato respiro a una citta’ asfissiata da interessi che hanno mortificato il valore e la dignita’ della cultura. Questi tre giorni si sono rivelati intensi, cruciali, necessari. Migliaia di persone hanno attraversato questa esperienza, aderendo alle ragioni del nostro manifesto, rendendo questo spazio vivo e ricco di bellezza“. Il Teatro Garibaldi e’ diventato il simbolo “del bisogno di questa citta’ di confrontarsi, conoscersi e superare logiche politiche e culturali che ne hanno determinato l’imbarbarimento: un laboratorio politico e un’agora’ aperta dove elaborare modelli culturali, sociali ed economici alternativi, che superino la dicotomia tra pubblico e privato“.