Saline Joniche (Rc): il governo ha deciso, si farà una centrale nucleare. Monti rilancia l’atomo

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Il Governo ha deciso: l’Itala tornerà a produrre energia nucleare. Il premier Mario Monti era già intervenuto pochi giorni fa al Vertice sulla Sicurezza Nucleare di Seul spiegando a tutti i capi di Stato del mondo che “la consultazione popolare del giugno 2011, che ha portato all’arresto dei programmi per la produzione elettrica da fonte nucleare, non ha diminuito il nostro impegno per il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza nucleare nel paese, in Europa e nel contesto mondiale” e stanotte dopo una lunga riunione con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, quello dello sviluppo economico e alle infrastrutture Corrado Passera, ha deciso di rilanciare il piano nucleare proposto da Berlusconi, Tremonti e Sacconi qualche anno fa e poi bocciato dal referendum di giugno dagli italiani.
Rispettiamo la volontà popolare – ha spiegato Monti in conferenza stampa a Palazzo Chigi – ma non possiamo fare a meno di costruire nuove centrali nucleari, altrimenti dovremo uscire dall’Ue“.
L’iter, però, sarà lento e zeppo di ostacoli, innanzitutto burocratici. “Inizieremo con un test sperimentale – ha poi spiegato Passerae trasformeremo l’ex liquichimica di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, in centrale nucleare. Appena entrerà in funzione, tutti i calabresi non pagheranno corrente elettrica. Se il sistema funzionerà senza rischi, estenderemo i progetti alle altre realtà. L’area di Saline Joniche è abbandonata e disagiata, c’era un progetto per una centrale a carbone che volevano realizzare gli svizzeri, ma il carbone inquina più del nucleare e quindi abbiamo scelto questa strada“.
Il ministro all’ambiente Clini ha aggiunto che “questa è una decisione del governo. In parlamento si potrà discutere dei dettagli, se utilizzare 7, 8 o 9 reattori nella nuova centrale, ma non potrà essere messa in discussione una scelta essenziale per lo sviluppo del Paese. I lavori partiranno a luglio, quindi le camere dovranno approvare tutto in tempi rapidi“.

Subito dopo l’annuncio del governo si sono scatenate le proteste non solo delle associazioni ambientaliste come Wwf, Legambiente e Greenpeace ma anche di esponenti istituzionali.
Antonio Di Pietro, il leader dell’Italia dei Valori, è stato avvistato a piedi scalzi lungo l’A3 Salerno-Reggio Calabria con una bandana in testa, a petto nudo e con un carrello zeppo di bombolette spray di colore rosso con le quali sta tappezzando di scritte muri e strade: “No al nucleare“. E’ partito da Roma e vuole arrivare fino a Saline.
Il Governatore della Regione Calabria, altrettanto infuriato, è stato tenuto a forza dai membri del suo entourage perchè voleva scappare a Roma a fare a pugni con Passera, e per tranquillizzarlo il suo fidato consigliere Fausto Orsomarso gli ha stampato tre gigantografie di Monti, Clini e Passera e le ha appese al muro della stanza della Presidenza della Giunta Regionale, fornendo Scopelliti di freccette e assicurandogli che se li avesse colpiti in volto si sarebbe sentito meglio sfogando la sua rabbia.
Il Sindaco di Montebello Jonico, come azione dimostrativa, è salito sulla “torre-ciminiera” dell’ex Liquichimica dove avrebbe dovuto incatenarsi per attirare l’attenzione internazionale, ma una volta arrivato in cima ha guardato in basso e ha inziato a gridare: “aiutooo, fatemi scendere“.

Intanto il governo ha deciso di mandare il ministro Fornero in Calabria a spiegare ai cittadini le motivazioni della scelta con un convegno che si realizzerà in ogni città capoluogo nel corso della settimana. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da fonti governative, Monti ha scelto di inviare proprio la Fornero perchè avrà il compito di mettersi a piangere e coinvolgere i cittadini in una sorta di pianto di gruppo al fine di far percepire alla gente la vicinanza emotiva di chi siede sugli scranni ministeriali.

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