Pasqua: in Sicilia la crisi si fa sentire a tavola, in calo la vendita di uova e colombe

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Bene capretto, agnello e salsiccia. In sofferenza uova e colombe pasquali. La crisi in Sicilia si fa sentire anche a tavola, costringendo le famiglie a fare i conti con risorse sempre piu’ limitate. ”E’ ancora presto per fornire dati certi, anche perche’ la maggior parte delle persone aspetta il week-end per fare la spesa, ma le aziende produttrici hanno previsioni al ribasso”. Antonello Di Liberto, vicepresidente vicario di Confcommercio Palermo e presidente degli Alimentaristi della confederazione non e’ ottimista. ”Sulle uova – dice all’Adnkronos – ci aspettiamo un calo a due cifre, intorno al 10%, e non va meglio per quanto riguarda le colombe pasquali”. Colpa principalmente della crisi, che nemmeno ”le vendite promozionali dei supermercati – assicura Di Liberto – riesce a tamponare. A Palermo, poi, le numerose vertenze occupazionali con la perdita di posti di lavoro e la conseguente mancanza di potere d’acquisto accentuano un trend che avevamo visto gia’ a Natale”. ”La gente – aggiunge – fa attenzione alla borsa della spesa, c’e’ direi una crisi del superfluo, che porta ad eliminare dal carrello i prodotti che non sono di prima necessita’. Penso che l’apice della crisi lo vedremo tra l’estate e l’autunno, ma per l’andamento delle vendite di Pasqua non siamo ottimisti”. Un dato in controtendenza riguarda la carne. ”Certo, i palermitani non rinunciano alla tradizione, al capretto, all’agnello, alla salsiccia e a tutti quei prodotti che arricchiscono le nostre tavole durante questi giorni. Questo e’ ancora un settore che tiene”. Segno piu’ anche per le eccellenze siciliane, che sono riuscite a conquistarsi una nicchia di mercato e che non solo non perdono terreno, ma addirittura crescono. ”Si tratta di prodotti – spiega Di Liberto – che si rivolgono a un tipo di consumatore disposto a pagare anche qualcosa in piu’ per una maggiore qualita’ e per un senso di appartenenza alla propria terra. La selezione della qualita’ puo’ essere un antidoto alla crisi”. Ecco allora il ritorno ai sapori del passato tra le delizie fatte con il cioccolato di Modica, le colombe artigianali e le uova fatte con il pistacchio di Bronte. A fare la differenza allora puo’ essere proprio il prodotto artigianale. ”E’ normale che non possiamo pensare di competere con la grande distribuzione – dice Santi Palazzolo, presidente dell’associazione Pasticceri di Confcommercio Palermo -. Per vincere la concorrenza dobbiamo puntare sulla specificita’ della qualita’ artigianale”. Sara’ anche per questo che Palazzolo si dice ottimista. ”Le prenotazioni per questa Pasqua – dice – sono in linea con quelle dell’anno scorso. Vanno bene sia le colombe artigianali, che i soggetti artistici di cioccolato, come pulcini, pecorelle, nidi. Per quanto riguarda le uova l’unica differenza rispetto al passato sta nelle dimensioni, che si sono ridotte. Nell’ultimo quinquennio – ammette – il calo nelle vendite c’e’ stato, segno evidente della crisi. Allora per noi sarebbe gia’ un buon risultato – conclude – mantenere i numeri dello scorso anno. Ma ancora e’ presto per fare i bilanci”.

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