Il governo Monti inizia a scricchiolare: troppe tasse, crisi e frequenze tv, adesso il Pdl pensa sul serio di abbandonarlo

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A palazzo Chigi e’ stata fornita una sola ragione (a chiamare e’ stato Gianni Letta): meglio rinviare l’appuntamento per evitare “strumentalizzazioni” e “malevoli interpretazioni“. Dopo poco – attraverso un comunicato uscito da palazzo Grazioli – la conferma del motivo per cui Silvio Berlusconi ha deciso di rinviare la colazione di lavoro con Mario Monti, ovvero per mettere a tacere ogni polemica sul ‘beauty contest’. Dietro la scelta del Cavaliere, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, c’e’ pero’ anche la tentazione, crescente, di prendere le distanze dall’esecutivo. Non c’entra solo la mossa del ministro Passera riguardo all’asta sulle frequenze tv, mossa difesa oggi dal premier in Cdm. L’insofferenza riguarda anche la politica fiscale del governo, le ricette per la crescita ritenute nel Pdl troppo deboli, la determinazione dell’esecutivo a non voler allentare i cordoni della Borsa, a voler inseguire la strada del rigore. Palazzo Chigi ritiene che sarebbe sorprendente se il Pdl manifestasse un mal di pancia a distanza di poche ore dal vertice di maggioranza dove, raccontano fonti ministeriali, anche il segretario Angelino Alfano si e’ detto soddisfatto dell’incontro e del piano per lo sviluppo. In realta’ la delusione ai piani alti di via dell’Umilta’ c’e’: in primis perche’ il governo non avrebbe alcuna intenzione di mettere fondi per incentivare l’occupazione, ma anche perche’ – spiegano fonti parlamentari – occorrerebbe comunque lanciare un segnale per non farsi travolgere dal vento dell’antipolitica.

Non e’ piaciuto, inoltre, il ‘richiamo’ del premier ai partiti affinche’ si impegnino sul cammino delle riforme. Quelle affermazioni sono state considerate sconvenienti, quasi come se celassero l’intenzione di ‘bacchettare’ di nuovo le forze politiche. Invece, questo il ragionamento, il Pdl vuole dare corso all’accordo trovato da ‘Abc’. La prova arriva da un incontro al Senato nel pomeriggio a cui hanno partecipato anche Ignazio La Russa e molti ‘big’ del partito. E’ stato presentata l’intesa che prevede la conservazione del bicameralismo ma con l’apporto di alcuni miglioramenti. I capigruppo del Pdl a palazzo Madama si sono soffermati soprattutto sull’articolo 72 nel quale si sottolinea come il termine di tempo del passaggio di una legge dalla Camera al Senato deve essere al massimo di 120 giorni, contro la media attuale di 454. Nel provvedimento illustrato ai senatori c’e’ la conferma di voler affidare maggiori poteri al premier con la fiducia costruttiva e la possibilita’ di poter nominare e ‘dimissionare’ i ministri.

Durante la riunione, riferiscono fonti parlamentari, ci sono stati anche alcuni interventi critici. Come quello di Beppe Pisanu che – in un discorso durato piu’ di quaranta minuti – ha chiesto a gran forza una nuova legge elettorale e il superamento dell’attuale fase politica. Secondo quanto ha appreso l’Agi, proprio domani un gruppo di senatori – c’e’ chi parla di circa 30 – presentera’ un documento per chiedere di andare oltre il Pdl e di avviare la costruzione di una nuova formazione moderata che possa ‘ricalcare’ l’esperimento della ‘strana maggioranza’ che sostiene attualmente Monti. Il presupposto e’ quello di evitare il ‘rischio Grecia’. Oggi lo stesso presidente del Consiglio ha spiegato che la nascita dell’attuale governo ha evitato che Roma seguisse il “destino” di Atene. Berlusconi proprio per il delicato momento politico, riflettono del Pdl, non vede altra strada oltre all’esecutivo Monti. Ma le cose potrebbero cambiare dopo le amministrative. “Dopo – prevedono nel partito di via dell’Umilta’ – si comincera’ a ballare” e Berlusconi potrebbe anche tornare all’attacco sulla questione delle frequenze. Tuttavia il timore maggiore e’ che l’esecutivo possa avviare una nuova ‘stretta’ fiscale e, per esempio, anticipare a luglio l’aumento dell’Iva o che comunque possano esserci altre “novita’ negative” per il portafoglio degli italiani.

Il documento ancora in preparazione ma che dovrebbe essere presentato domani punta alla formazione in futuro, riferiscono fonti parlamentari, di un governo che sia composto da tecnici e politici e che possa allargare il campo del centrodestra. Si guarda, spiega uno degli estensori del piano, ad un’area moderata che contenga anche esponenti provenienti da esperienze diverse. Non e’ escluso che il progetto in cantiere non possa collegarsi proprio con il piano di Pierferdinando Casini di andare oltre l’Udc. Nel frattempo il leader del partito di via Due Macelli a ‘Otto e mezzo’ ha parlato di novita’ nelle prossime ore e del cosiddetto partito della Nazione. Casini ha sottolineato che anche alcuni tecnici faranno parte della nuova squadra, non escludendo che possa essere della partita Corrado Passera. Ed e’ proprio contro il ministro dello Sviluppo e contro Pierferdinando Casini che l’ex premier Silvio Berlusconi resta diffidente. Il Cavaliere teme appunto una ‘convergenza’ tra i due e tra il Terzo polo e altri esponenti del governo. “Le dichiarazioni di Casini sono azzardate se non addirittura gravi e pericolose per il futuro del governo Monti“, ha tagliato corto Maurizio Lupi. Oltre alle manovre politiche dell’Udc, nel Pdl c’e’ anche la preoccupazione che la magistratura possa tornare all’attacco di Berlusconi. Oggi Lavitola e’ stato interrogato per sette ore a Napoli. Il timore nel partito di via dell’Umilta’ e’ che l’ex premier possa essere coinvolto dai Pm nel caso del faccendiere e del senatore De Gregorio.

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