Gallico (Rc): sit in per il depuratore

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Cattivi odori, sversamenti di liquami in mare, disagio e disservizi, sono gli ingredienti della vicenda che vede protagonista l’impianto di depurazione di Gallico. La situazione, già drammatica, è diventata ancora più insostenibile a causa del continuo fetore proveniente dalla struttura.  Da qui l’idea di un sit-in di protesta organizzato da un gruppo di cittadini  delle zone di Gallico e Catona, dai rappresentanti dell’associazione “Astra”, “Assobalneari Calabria” e dai comitati “Limoneto” e “Per Gallico”.  Il loro appello è unanime, dire basta ad una situazione che genera invivibilità e degrado, divenuta una vera propria emergenza con annessi elevati rischi di natura sanitaria ed ambientale. Ammonimenti di protesta  sono giunti anche da parte di alcuni imprenditori turistici, orami disperati,  che vedono annientanti i propri sforzi economici  ed il profilarsi di una stagione estiva dal tono basso se la situazione non dovesse cambiare. C’è chi addirittura paventa l’ipotesi di scarichi da parte di industrie che uniti alle numerose utenze, non va tralasciato il fatto che l’area ha subito un notevole incremento residenziale negli ultimi decenni, creano un sovraccarico della struttura alterandone il normale ciclo biologico.

Proviamo a mettere un po’ d’ordine nell’intricata questione. L’impianto, gestito dalla società Acquareggine, sorge nei pressi della Fiumara “Gallico” in una zona adiacente il lungomare e serve un bacino di utenze di ben quattro quartieri: Catona, Gallico, Archi e Santa Caterina. Nel 2006 l’amministrazione comunale di Reggio Calabria esegue lavori strutturali per un importo pari a 500mila euro. Nel 2009 un ulteriore finanziamento viene destinato al depuratore ed alle pompe di sollevamento di Gallico e Catona per la cifra di  1milione e 200 mila euro. Nel 2010 viene espletata la gara d’appalto e successivamente si passa alla consegna dei lavori ed esecuzione con tanto di collaudo. Tuttavia, è come se tuti questi interventi non fossero stati eseguiti perché gli odori nauseabondi esalati dall’impianto, ad oggi, raccontano un’altra storia, sono il segno tangibile che qualcosa non funziona. Tra i partecipanti al sit-in anche gli ex Presidenti di Circoscrizione di Gallico e Catona, Domenico Idone ed Albino Passalacqua, che hanno ripercorso le tappe storiche con protagonista la struttura di depurazione. Con loro anche il consigliere Regionale, Giuseppe Giordano, “Un problema ultratrentennale, divenuto ormai insostenibile per i cittadini della zona, gli interrogativi sono troppi. Il comune spende somme cospicue per il potenziamento e la situazione invece di avere miglioramenti, peggiora  – commenta Giordano –  è giunto il momento che il comune prenda provvedimenti risolutivi. Nella zona, oltre agli insediamenti abitativi e alle strutture ricettive messe in ginocchio da questa situazione, insiste anche la sede provvisoria dell’istituto comprensivo “O.Lazzarino” che vive un pesantissimo disagio nello svolgimento delle attività didattiche. E’ una situazione di  insostenibilità che sta pregiudicando la salute pubblica. Vorremmo capire se il mancato funzionamento del depuratore è correlato alla situazione di crisi in cui si trova anche la società Acquereggine. E ‘indifferibile  da parte dell’amministrazione comunale dare immediate risposte per ripristinare una situazione di normalità.”  Nei giorni scorsi, attraverso l’interrogazione con richiesta di risposta scritta al Sindaco ed all’assessore competente presentata dal Consigliere Comunale, Aldo de Caridi, anch’egli al sit-in,  la vicenda è tornata in auge tra i banchi di palazzo San Giorgio. L’istanza, oltre che accertare il cattivo funzionamento ed i rischi connessi, chiedeva chiarimenti ed interventi immediati in merito ad una situazione divenuta oramai difficile da sostenere. Se nell’aria dell’amministrazione comunale c’è silenzio, ad oggi non è pervenuta nessuna risposta all’istanza, a Gallico e Catona l’aria è decisamente diversa.

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