Crisi: “Suicidi Economici”, troppi casi negli ultimi due mesi

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Sembra essere diventata cronaca di tutti i giorni, stamane ne parlava anche “Radio Maria” nel consueto commento delle news italiane. I “suicidi economici”, sono sempre più frequenti e rappresentano un fenomeno drammatico che gli psichiatri considerano “tipico” dei periodi di depressione. Come un bollettino di guerra, quasi ogni giorno si presenta l’ennesimo gesto estremo da parte di commercianti, imprenditori, artigiani ed operai che stretti nella morsa dei debiti, o per la perdita del posto di lavoro, scelgono di togliersi la vita, come se stessero ammettendo che non vi sia una via d’uscita.
Da febbraio ad oggi si contano 15 vittime della depressione economica, di cui due tra il 4 e il 5 aprile, e l’ultimo solo poche ore fa. Si tratta Giuseppe Campaniello, il 58enne di Ozzano che mercoledì 28 marzo si era dato fuoco davanti agli uffici della Commissione tributaria di via Paolo Nanni Costa a Bologna. Questi dati sono abbastanza eloquenti, per non avere la coscienza di fermarsi a riflettere e cercare di evitare questi simili gesti.
Secondo l’analisi di Maurizio Pompili, responsabile del Servizio di prevenzione del suicidio dell’ospedale Sant’Andrea dell’Università La Sapienza di Roma, “non si tratta di un fenomeno inedito. Già in tempi recenti si sono avuti due periodi di questo tipo: nel 1870 una grave crisi economica portò a un aumento di suicidi su scala non solo italiana ma europea, mentre nel secolo scorso la crisi del ’29 fece registrare numeri record di persone che si tolsero la vita“. Fatti già assunti in letteratura dai quali si è capito “che, semplicemente, la crisi economica è associata a un aumento del numero di suicidi. Forse stiamo attraversando un periodo come questo”, afferma lo psichiatra, sottolineando che “in Italia i dati di questi ultimi anni sono preoccupanti“.
La Cgia di Mestre (Associazione Artigiani & Piccole Imprese), segnala il numero di suicidi per motivi economici, tra il 2008 e il 2010, è cresciuto del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficolta’ economiche, sono cresciuti del 20%. Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, ha dichiarato: “Sicuramente c’e’ un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie e’ la crisi economica“. “E’ necessario intervenire con misure emergenziali” – spiega Bortolussi – “per questo ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale per dar vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori“.
Oltre l’impegno delle associazioni, appare indispensabile l’intervento da parte del Governo per far si che si possa prevenire e salvare la vita a chi ha perso la speranza e la fiducia in se stesso e nei propri mezzi, e “forse”, nel proprio paese.

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