Politica: il Pdl dice addio alla Lega, “perdiamo un alleato per il bene del Paese” e adesso guarda all’Udc

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Con l’avvicinarsi della scadenza delle amministrative nel Pdl la bilancia delle alleanze possibili pende sempre piu’ verso l’Udc. Non e’ tanto una questione di sondaggi, visto che Paolo Bonaiuti sbadiera un 24% di gradimento per il partito guidato da Angelino Alfano che in tempi di antipolitica “non sembra male“. I conti si faranno alle politiche, certo, ma intanto resta agli atti che Umberto Bossi spara ad alzo zero nei confronti di quel Mario Monti che proprio Alfano vedrà oggi sera con i leader di Pd e Terzo polo. Con il Carroccio, insomma, i margini si sono sempre piu’ ridotti a causa del nuovo quadro apertosi con il sostegno al governo tecnico. Dal versante centrista Rocco Buttiglione accentua il pressing: gli amici del Pdl capiscano che la Lega va oltre i limiti, ha scommesso “sul fallimento dell’Italia” e non e’ pensabile “riportarla al governo“. Lo stesso Alfano mostra la consapevolezza dei rischi insiti nella situazione. Alle amministrative, rileva, “gli elettori ci vedranno senza la Lega al Nord, anche se ancora nutriamo qualche speranza…”. ”Per sostenere Monti abbiamo pagato un dazio altissimo. Abbiamo perso un alleato, sacrificando i nostri interessi per il bene dell’Italia“, sottolinea. Fermo restando che si tratta di consultazioni in qualche modo ‘residuali’, “titoli di coda di un film che sta per chiudersi“, Alfano deve ammettere che mentre “il Pd non ha sconquassato un’alleanza, noi abbiamo lasciato Bossi senza guadagnare l’alleanza con Casini. Speriamo che i cittadini capiscano e ce lo riconoscano“.
Oltretutto, lo stesso Pier Ferdinando Casini fa capire che non sara’ cosi’ facile riprendere il discorso dopo anni di contrapposizione. “Con Alfano e Bersani -dice l’ex presidente della Camera- lavoriamo serenamente per sostenere il governo. Ma certo non si puo’ rimarginare in un giorno la frattura degli anni scorsi, ci vuole una seria autocritica verso la gestione del paese negli anni del governo Berlusconi“. E proprio come nell’analisi di Alfano, anche dalla Lega arriva un messaggio liquidatorio. Il capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo fa spallucce rispetto alle parole del segretario Pdl: “Alfano arriva ultimo, che andremo soli alle amministrative noi lo diciamo da un mese e mezzo“, ribatte. Eppure, c’e’ chi, fra gli ex alleati, non chiude del tutto la porta. Maurizio Sacconi fa appello ad una sorta di santa alleanza in funzione anti-sinistra. “Tutti quelli che muovono da una cultura liberale e solidale -dice all’Adnkronos- debbano avvertire la responsabilita’ di non consegnare l’Italia a forze di diversa matrice. Per questo faccio appello tanto alle forze moderate di centro tanto alla Lega di non rendersi complici della vittoria della sinistra, a partire dai comuni“.E quindi, “mi i auguro che sia la Lega sia l’Udc vorranno considerare la responsabilita’ di chi rifiutera’ di costruire larghe alleanze alternative alla sinistra, con cio’ facendosi complici di una possibile vittoria della sinistra“.
Non perde le speranze il pontiere di sempre tra Carroccio e Pdl, Aldo Brancher, spesso vero e proprio ambasciatore presso i leghisti: “Serve che ne parliamo, che ci sediamo a un tavolo e ragioniamo, anche in vista dei ballottaggi“. I binari, al momento, sono diversi, “noi a sostegno del governo Monti e loro all’opposizione” ma a livello locale, avverte Brancherin Lombardia e in Veneto ad esempio, governiamo insieme“. Certo, per ora “quello della Lega e’ un no secco“, e quindi “correremo soli, ognuno per conto proprio, ma al piu’ presto e’ necessario tornare a confrontarsi“. Non sembra dare troppo credito a questa eventualita’ il vice presidente della Camera Maurizio Lupi, che puntualizza: “Abbiamo sacrificato gli interessi del Pdl perdendo l’alleato Lega, ma loro scelgono facile strada populismo, noi responsabilita‘”. A poco servono le contestualizzazioni di Sacconi che ricorda come Bossi abbia comunque “doverosamente precisato” il senso delle frasi anti-Monti di lunedì. Non usa giri di parole l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini nell’indicare che la priorita’, ormai, e’ il rapporto con l’Udc, nel quadro, oltretutto, di un disegno strategico della costruzione della grande casa dei moderati italiani. Tuttavia, l’ex titolare della Farnesina lascia aperto uno spiraglio: “Non sono incompatibili due obiettivi: guardare all’Udc e recuperare il rapporto con il Carroccio. Oggi la Lega ha commesso degli errori gravi, come quello di dire no a Monti senza proporre una ricetta alternativa per le singole problematiche, ma non ci dimentichiamo che in molte Regioni governiamo con la Lega e l’Udc insieme. Di conseguenza, non definirei archiviata l’esperienza con il Carroccio. E’ chiaro, pero’, che con l’Udc c’e’ un’attenzione prioritaria, perche’ la ‘Casa dei moderati’ dobbiamo farla con chi sta nel Ppe”.
Frattini evidenzia che “dobbiamo distinguere le amministrative, che hanno un carattere certamente locale, anche se si vota da molte parti e il progetto politico nazionale che resta. E il progetto politico della ‘Casa dei moderati’, sia chiaro, non lo facciamo mica per le amministrative, ma per le politiche”. L’ex responsabile della Farnesina smentisce un sbilanciamento del Pdl verso gli ex An, di cui pure qualcuno lamenta la tendenza a prendere sempre maggiori spazi: ”Con i congressi questa distinzione tra ex e’ venuta meno e ritengo che sia il risultato politicamente piu’ importante, che, pero’, non nota mai nessuno“. L’anima aennina, tuttavia, si ritaglia la sua autonomia e visibilita’ premendo sulle critiche al governo per la gestione della vicenda dei maro’. Ieri l’ex ministro della Gioventu’ Giorgia Meloni ha portato in piazza la Giovane Italia, l’ex titolare della Difesa e coordinatore Pdl Ignazio La Russa denuncia la “prevaricazione” da parte delle autorita’ indiane, e chiede il coinvolgimento di Onu, Ue e Nato nella vicenda. E c’e’ il presidente della commissione Difesa, Edmondo Cirielli, che afferma senza mezzi termini che se non si trova una soluzione, il ministro degli Esteri Giulio Terzi dovrebbe dimettersi.

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