Borsa e Finanza: lieve correzione sui mercati

StrettoWeb

Il mercato del petrolio continua ad essere incandescente. Nonostante una leggera flessione (ieri il brent ha chiuso sui 124 USD al barile),  la maggior parte degli analisti e degli investitori continua a monitorare costantemente l’andamento dei prezzi per due motivi: il primo è la speculazione, alcune analisi prevedono incrementi di prezzo del 30% col brent intorno ai 130 – 150 USD; il secondo è l’effetto macroeconomico, un simile aumento sosterrebbe ancor di più l’inflazione e sarebbe in grado di ostacolare il percorso di ripresa che i Paesi stanno (con maggiore o minor successo) intraprendendo dal crollo del 2008. Le preoccupazioni sono legate ancora una volta alle possibili difficoltà dal lato dell’offerta (ci si riferisce ad un possibile conflitto con l’Iran, la cui interruzione di forniture non riuscirebbe ad essere compensata da un aumento di produzione degli altri Paesi, che hanno comunque presentato scorte in aumento), ed ad una domanda sempre crescente. I giganti crescenti dell’economia (in particolare la Cina, ma anche l’India e il Brasile) sono affamati di petrolio e potrebbero sostenere i prezzi, si consideri inoltre che la domanda di petrolio è anelastica ai prezzi (quindi per diminuire la domanda sono necessari aumenti di prezzo molto ampi).

Inizia la primavera, dopo una partenza 2012 molto buona, e colpisono alcune analogie con la primavera 2011. Oltre al petrolio sui massimi (l’anno scorso la “primavera araba” e la crisi libica, quest’anno l’Iran), abbiamo anche gli indici US sui massimi (come l’anno scorso), e tanta liquidità pompata sui mercati dagli istituti centrali (come l’anno scorso, per capire cosa comporti questa liquidità si analizzi la recente evoluzione del titolo Apple). I mercati potrebbero continuare a salire, ma se l’analogia funziona ed il quadro macro deteriora (attenzione anche alla Cina che non sta performando proprio bene nel 2012), ci si potrebbe anche aspettare una profonda correzione ribassista.

Chiusura in rosso per i principali indici mondiali: Piazza Affari (-1,05%), Francoforte (-1,39%), Parigi (-1,32%) mentre Londra perde l’1,17%, lieve correzione dettata con buona probabilità da prese di profitto. A Wall Street chiusura in ribasso per il DJ (-0,52% a 13170,20 punti); S&P (0,30% a 1405,52 punti), male anche il Nasdaq (-0,14% a 3074,15 punti), tanta attenzione qui sul mercato immobiliare (ancora fonte di preoccupazione) che ieri ha presentato alcuni dati significativi: l’inizio di nuove costruzioni si è fermato a 0,70 M (come da previsioni), mentre le richieste di permessi di costruzione (un indice sull’attività edilizia futura) hanno superato le attese (0,72M contro un dato atteso di 0,69M). Per oggi sono attesi nuovi dati sul mercato immobiliare ed in particolare la vendita di immobili “esistenti”, il dato è previsto per le 3 pm (atteso 4.61 M, precedente 4.57M).

Sul valutario l’EUR si apprezza nei confronti del Dollaro chiudendo ad 1,3230 e contro lo Yen (chiusura intorno a 110), mentre il USD si apprezza in manire direzionale contro lo Yen tentando di invertire un trend ribassista di lungo periodo. Sul fronte macro, oltre ai dati sul mercato immobiliare US, oggi alle 10:30 sono attesi i minutes della BoE (in cui saranno evidenziate le possibilità, basse, di un aumento dei tassi di interesse, ricordiamo inoltre l’inflazione al 3.4%), alle 15:30 attenzione invece ai dati sulle scorte di petrolio.

Paolo Bercich

www.xtb.it

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