Inter: una stagione da dimenticare. Dopo l’ennesima delusione, è tempo di guardare al futuro

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Nonostante la vittoria per 2 reti a 1, l’Inter conclude il suo cammino in Champions League, eliminata dall’Olympique de Marseille: l’ultima delusione di una stagione da dimenticare. Se è vero il detto: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”,allora deve valere anche l’inverso e per i nerazzurri quest’anno non poteva iniziare peggio. Sedotta e abbandonata da Leonardo e la sua filosofia di gioco, votata al divertimento più che al risultato,che comunque ha portato i suoi frutti, la società, dopo diversi rifiuti, ha deciso di affidare la panchina a Gasperini; neanche il tempo di imparare la strada verso la Pinetina che era già tempo di fare le valigie per Gasp, della cui parentesi nerazzurra ricorderemo più le imitazioni di Fiorello che le prestazioni ed è un bene per lui: clamorose le sconfitte con Novara e Trabzonspor. A questo punto arriva la chiamata al “meccanico” che deve far ripartire la macchina inceppata, Ranieri, il salvatore, che dopo poco tempo è riuscito a dare nuova linfa a una squadra apparentemente bollita, vincendo 7 gare consecutive in campionato,incluso il derby, e riuscendo nella qualificazione alle fasi finali europee. Però, dopo Napoli e l’eliminazione in Coppa Italia, l’incantesimo si è spezzato e tutto quello che aveva costruito l’allenatore di Testaccio si è sgretolato tra le sue mani,sconfitta dopo sconfitta: la prima a Lecce,poi il pesante 4 a 0 all’Olimpico contro la Roma, a cui sono seguite quelle con Novara e Bologna tra le mura amiche del Meazza e di nuovo al San Paolo. La rimonta contro il Catania e la vittoria di Verona,nei giorni scorsi, avevano rialzato il morale di una squadra a terra, addirittura fischiata dai suoi stessi tifosi, ma ciò non è bastato ai nerazzurri per avere la meglio contro i modesti avversari dell’OM. E adesso, fuori dalla Champions e dalla Coppa Italia, non rimane che sperare di raggiungere il 3^ posto in campionato, per non rendere del tutto fallimentare la stagione. Un’annata cosi,però, non nasce per caso. Nel calcio moderno in cui la parola progetto è tra le più gettonate e forse anche sopravvalutate a volte, alla Pinetina devono averla proprio dimenticata dopo Mourinho. È inutile cercare i colpevoli adesso, l’anno in cui tutti sono stati contestati: il Presidente Moratti, la dirigenza e i giocatori, anche quelli più amati(Cambiasso in lacrime,il giocatore argentino con più trofei anche di Messi, è l’ emblema della stagione nerazzurra). Sarebbe il caso,invece, di mettersi già da ora a tavolino e organizzare la prossima stagione, valutando chi far rimanere, chi prendere e chi far partire, scegliendo come allenatore un professionista su cui puntare,concedendogli la possibilità di sbagliare e avere il tempo di esprimere il suo calcio. La frenesia nelle scelte e la corsa al risultato attraverso scorciatoie non sono strade da percorrere;la programmazione,l’assennatezza e la cura del dettaglio , invece si.

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