Rapporto 2011 della Società Geografica Italiana ‘Il Sud, i Sud’: “permane il divario con il nord”

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Permane il divario Nord-Sud e la cosiddetta “Questione meridionale”, laddove c’e’ una parte del Pese che rappresenta un “freno per lo sviluppo del resto dell’Italia che si presenta molto piu’ in linea e in competizione con l’andamento economico dell’Europa”. E’ lo scenario che emerge dal Rapporto annuale 2011 della Societa’ Geografica Italiana ‘Il Sud, i Sud’ presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca. Il Rapporto mette in evidenza una serie di carenze per cosi’ dire endemiche e che continuano a far segnare il passo al Meridione, a cominciare dal tema della disoccupazione alle infrastrutture, per non parlare delle zone a rischio idrogeologico cosi come allo sviluppo delle aree urbane. Si tratta di uno spaccato che analizza la “questione meridionale” passando da una visione geoeconomica ad una geopolitica a 150 anni dall’Unita’ d’Italia e a 63 dalla nascita della Repubblica, rielaborando dati e studi precedenti fornendo pero’ una propria lettura dei vari temi. Al Sud, complice anche la crisi, nell’ultimo anno e’ andato crescendo un flusso di rientro di individui espulsi dal mercato del lavoro del Centro-Nord e sono aumentati i trasferimenti da Nord a Sud di quelli che possono essere considerati “emigranti precari”, cioe’ che hanno perso il proprio posto e sono tornati a casa. La prima regione per numero di emigrati risulta comunque la Sicilia seguita da Campania, Lazio, Calabria e Puglia. Ma negli ultimi cinque anni, come evidenzia l’ultimo studio di Svimez, la disoccupazione al Sud e’ piu’ del doppio, pari al 12,5% rispetto al Centro- Nord 5,9% e inoltre si sono persi 143mila occupati – 2,2% che arriva al 15,2% tra i 15 e i 35 anni. I cali piu’ consistenti sono in Abruzzo, Campania e Puglia, netta e’ anche la differenza nel tasso di attivita’ soprattutto se si guarda ai giovani: se al Centro-Nord su 100 giovani tra i 25 e i 34 anni ce ne sono 84 attivi, al Sud ve ne sono 60.
IMMIGRATI – Inoltre, al Sud aumenta la stanzialita’ degli immigrati. Infatti, oltre ai residenti e ai possessori di permesso di soggiorno valido sono aumentati anche i minori stranieri presenti sul territorio e le acquisizioni di cittadinanza italiana.
MAFIA – La dimensione del giro d’affari nelle mani della mfia e’ enorme, se in Italia si conta un ‘fatturato’ annuo di 135 miliardi, con un utile netto di 70 miliardi pari al 7 per cento del Pil, solo in Sicilia la pratica del ‘pizzo’ si stima che valga 1 miliardo di euro. Dal lato del turismo sussiste un rilevante divario con il resto del Paese visto che nell’area meridionale si concentra solo il 18,2% degli arrivi complessivi, e meno del 12% degli stranieri. Di qui l’individuazione dell’esigenza di un coordinamento tra i diversi livelli istituzionali con l’istituzione di un’Agenzia speciale.
EXPORT – Asimmetrie anche rispetto alla propensione media all’export nel Mezzogiorno che negli ultimi anni e’ sensibilmente inferiore a quella nazionale 10,2% rispetto al 22,1% e particolarmente ampio risulta il divario con il Centro-Nord 25,5%.
INFRASTRUTTURE – L’incontrastata anomalia italiana dell’eccessivo sbilanciamento del traffico merci a vantaggio del movimento su gomma provoca ulteriori condizioni d’isolamento visto che la politica infrastrutturale ha privilegiato la ‘cura d’asfalto’. In questa ottica ipotesi di collegamento stabile con la terraferma per la Sicilia, del ‘Ponte sullo Stretto’, rappresentano “soluzioni onerose e insicure” laddove sembrerebbe piu’ opportuno pur capovolgendo le convenienze di mercato “invertire il senso di marcia dei progetti di ammodernamento della rete ferroviaria investendo massicciamente proprio nelle regioni meno dotate di infrastrutture. Anche le ‘autostrade del mare’ possono rappresentare “alternative sia in termini di riduzione dei costi globali del trasporto sia di impatto ambientale”, suggeriscono i curatori del Rapporto, Ernesto Mazzetti e Tullio D’Aponte dell’Universita’ Federico II di Napoli.

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