‘Ndrangheta, infiltrazioni sui lavori della SS 106: “dovete pagarci il disturbo”

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Come mai avete iniziato questi lavori senza le dovute presentazioni? Adesso dovete pagarci il disturbo!”. Cosi’ gli esponenti delle cosche Ficara-Latella e Iamonte si sono rivolti, in piu’ occasioni, al responsabile dei lavori per il rifacimento della statale 106 nel tratto Reggio Calabria-Melito Porto Salvo. Il colloquio e’ stato intercettato dai carabinieri e adesso e’ agli atti dell’inchiesta della Dda che stamani ha portato all’esecuzione di cinque fermi. Gli indagati, inoltre, ”sconsigliavano” di rivolgersi ad altre ditte per la fornitura di servizi e di opere, probabilmente, secondo gli investigatori, perche’ i subappalti dovevano essere affidate a ditte vicine alla cosca: ”le ditte a cui avete richiesto i preventivi come quella di Bovalino non vanno bene!”. E quando il responsabile del cantiere ha fatto presente che ancora stavano eseguendo dei semplici lavori di messa in sicurezza e che le opere di ammodernamento non erano ancora iniziate, i due esponenti delle cosche lo hanno congedato con un eloquente ”ci rifaremo sentire noi. Dite al vostro responsabile che prima di continuare i lavori si deve mettere a posto”. Dalle intercettazioni emerge anche la spartizione territoriale sui lavori operata dalle due cosche: ”allora – dicono gli indagati – dal km 6+700 fino al semaforo di Pellaro e’ di competenza mia, dal semaforo di Pellaro fino al km 22+000 la competenza e’ divisa a meta’ tra la mia ‘famiglia’ ed un’altra ‘famiglia’; dal km 22+000 fino al km 31+000 la competenza e’ delle persone che hai incontrato la scorsa volta adesso andiamo da loro”. Dalla ricostruzione fatta dai carabinieri, il professionista, dopo queste parole, viene portato in localita’ Anna’ di Melito Porto Salvo dove ad attenderlo c’e’ un altro indagato il quale gli ha detto: ”noi siamo i referenti della zona. Per il vostro quieto vivere dovete darci il 4% dell’intero importo dei lavori relativo alla posa delle barriere e del rifacimento del manto stradale. Un’impresa come la vostra non e’ che mo si perde per 60.000 euro”.

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