La setta islamica “Boko Haram” si prepara alla cacciata dei cristiani dal nord della Nigeria mediante l’utilizzo di armi dal fronte libico

StrettoWeb

di Daniele Ingemi – Nell’Africa sferzata dai venti e dalle turbolenze conseguenti ai moti della “Primavera Araba” si apre un nuovo e preoccupante fronte di guerra. Nel nord della Nigeria la setta islamica, denominata “Boko Haran”, si prepara alla cacciata delle comunità cristiane mediante terribili attacchi armati che stanno mettendo a ferro e fuoco città e interi villaggi. Proprio nella notte fra venerdi e sabato Kano, la più grande città della Nigeria settentrionale, è stata attaccata da un commando armato di decine di elementi che hanno lanciato bombe in vari quartieri. Le bombe, le sparatorie e gli attacchi Kamikaze hanno messo in ginocchio la metropoli nigeriana che conta oltre 10 milioni di abitanti. Oltre 200 le vittime e ancora imprecisato il numero dei feriti a seguito del brutale attacco da parte dei fondamentalisti islamici di “Boko Haran“. Secondo alcune fonti ospedaliere gran parte delle vittime sarebbero semplici civili, i primi ad essere presi di mira dagli integralisti. Gli obiettivi degli attacchi sarebbero stati numerosi edifici pubblici, commisariati di polizia, stazioni dell’esercito nigeriano e persino le sedi dei servizi segreti dello stato africano. La principale città della Nigeria settentrionale è rimasta sotto attacco per svariate ore. Neanche i militari e la polizia locale è riuscita a tenere testa alla potenza di fuoco dei terroristi. La setta islamica di “Boko Haran” negli ultimi mesi, cavalcando l’onda di un fanatismo religioso esaltato da ideologie ultra integraliste, ha intensificato le violenze contro i cristiani (che nel nord della Nigeria rappresentano la minoranza religiosa) e il governo nazionale del presidente Goodluck Jonathan. Dopo la strage compiuta in una chiesa alla periferia di Abuja il giorno di Natale e l’attentato kamikaze alla sede dell’ONU della capitale nigeriana gli attacchi di questa setta islamica stanno divenendo sempre più frequenti e violenti, con enormi spargimenti di sangue che stanno costringendo le comunità cristiane della Nigeria settentrionale a scappare verso il sud del paese. Molti i cristiani che sono scappati da Kano il giorno dopo gli attentati. Molte le chiese incendiate in queste ultime settimane. Persino un giornalista della TV nigeriana, Akogwu Enenche, è stato ucciso dai fondamentalisti mentre filmava gli attacchi su Kano. I membri di “Boko Haram” si ispirano ai talebani e costituiscono oggi la principale minaccia terroristica in Nigeria, primo produttore di greggio del continente africano, nonché quinto fornitore degli USA. I servizi segreti statunitensi avevano segnalato ai governi africani alleati, tra cui quello nigeriano, l’accresciuta pericolosità dei “Boko Haram“. Nell’estate del 2011 il Generale Americano, Carter F. Ham, a capo del Comando militare USA in Africa (American military’s Africa Command), ha incontrato ufficiali di sicurezza nigeriani per condividere informazioni e organizzare training per le forze di sicurezza del paese africano. A settembre il Generale Ham ha dichiarato che tre organizzazioni terroristiche africane, Aqim, gli Shebaab Somali e i Boko Haram “hanno esplicitamente e pubblicamente espresso l’intenzione di colpire interessi occidentali e americani in particolare”. Secondo l’intelligence USA questi gruppi intensificheranno la collaborazione e sincronizzeranno i colpi. Secondo l’intelligence molte delle armi e dell’esplosivo utilizzato dalla setta di “Boko Haram” proverrebbe dal fronte libico. Si tratta delle stesse armi che alcuni paesi come Francia, Regno Unito, Italia, Qatar, USA avrebbero ceduto ai ribelli libici durante il conflitto tra Tripoli e Bengasi, prima della caduta del regime di Gheddafi. Nel nord della Nigeria le armi libiche arrivano attraverso la porta del Niger. Per arginare la proliferazione della macchina da guerra in mano ai gruppi terroristici, i governi di Nigeria, Niger, Mali, Mauritania e Repubblica Centroafricana stanno dando vita a programmi di cooperazione militare. Ma ciò non potrebbe bastare per fermare la violenza di questi criminali che progettano una Nigeria sotto la legge della Sharia.

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