È allarme rosso in Kosovo

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Mitrovica, città del Nord del Kosovo simbolo del conflitto etnico tra serbi e albanesi, questa notte è stata teatro della morte di uno dei tre serbi rimasti vittime di un attacco con arma da fuoco. È ancora da accertare la natura etnica dell’incidente, ma il timore di un’altra ondata di violenza  è molto forte.

Il portavoce della polizia kosovara a Mitrovica, Besim Hoti, ha confermato all’agenzia Tanjug che nella notte la polizia ha fatto irruzione in sei abitazione a Brdjani, un quartiere misto serbo-albanese, sito nella parte nord di Mitrovica, a maggioranza serba, separata dal fiume Ibar dalla zona albanese, a sud. Secondo alcune testimonianze, pare che ad aprire il fuoco contro i tre serbi sarebbe stata una mano albanese, in seguito ad una rissa scoppiata dopo una discussione tra rappresentanti dei due gruppi etnici.

La polizia però dichiara di non sapere ancora se si tratta di un incidente interetnico. Intanto, i serbi del luogo sono infuriati per l’accaduto e la tensione tende ad acuirsi sempre di più, nel quadro della crisi in corso ormai da luglio nel Nord del Kosovo, dove la popolazione serba, rimasta fedele a Belgrado, prosegue le proteste contro il tentativo di Pristina di stabilire la propria sovranità in questi territori.

Il governo kosovaro, dal canto suo, ha “condannato con forza” in una nota il ricorso alla violenza e ha invitato i cittadini “alla maturità ed alla calma” e ad astenersi ad “ogni ricorso alla violenza”.

 

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