Reportage: lo Stretto di Messina visto dall’alto, scenari mozzafiato. Storia di una scalata indimenticabile

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http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2011/07/165.jpgLo Stretto di Messina, un luogo unico al mondo per natura, storia, tradizioni e leggende. Un luogo unico per il suo scenario e per il suo clima, per tante particolarità specifiche che lo rendono davvero affascinante non solo sulla terra, ma anche negli abissi del mare, tra ‘Scilla e Cariddi’ i due “mostri” epici che fanno perdere le tracce e i riferimenti storici di questo territorio nella notte dei tempi.

Oggi a identificare questo territorio c’è un simbolo assolutamente indiscusso, un elemento tipico del paesaggio dello Stretto: i due piloni. Si tratta di opere architettoniche realizzate negli anni ’50 su un progetto del 1948 per creare un ponte elettrico tra la Sicilia e il continente. Le opere, i cui lavori iniziarono il 22 ottobre 1952, furono inaugurate il 16 maggio 1956: da quel giorno due terne di conduttori in un’unica campata di 3.650 metri, trasportavano l’energia elettrica ad alta tensione a 220 KV in Sicilia. Costruiti per resistere a venti di 200km/h e a terremoti superiori al 7° grado della scala richter, i due piloni furono fregiati nel ’57 del premio A.N.I.A.I. come “miglior realizzazione dell’ingegneria elettrotecnica italiana“.

I piloni sono stati realizzati sul modello dei piloni del primo attraversamento sul fiume Elba, in Germania e, fino al completamento del secondo attraversamento sull’Elba, hanno vantato il record di più alti piloni del mondo.

Il pilone Siciliano è alto 232 metri, ma si trova al livello del mare. Quello Calabrese, invece, è alto 224 metri ma la sua base è a 190 metri di altitudine: in cima, quindi, l’altitudine è di 414 metri di altitudine.

L’attività di trasmissione elettrica è stata interrotta nel 1992, quando l’Enel ha realizzato dei cavi sottomarini considerati più convenienti e meno costosi per collegare la Sicilia all’Italia dal punto di vista energetico. Ma i piloni sono rimasti lì, sono diventati ufficialmente “monumenti storici tutelati” perchè ormai rappresentano un simbolo indiscutibile per lo Stretto di Messina: sono ciò che erano “Scilla & Cariddi” un tempo, per i giorni nostri.

E salire lassù, lungo 1.400 gradini, è un’impresa non semplice ma straordinariamente affascinante ed emozionante. Certo, i gradini sono un pò di meno rispetto a quelli della famosa Tour Eiffel, ma lo scenario e il paesaggio che si può ammirare da quassù non ha nulla da invidiare a qualsiasi altro luogo del nostro meraviglioso pianeta.

Con le fotografie di Peppe Caridi, Giovanni Floccari e Pino Patafi, vi raccontiamo due “scalate” sul pilone di Santa Trada, nel Comune di Villa San Giovanni, in Provincia di Reggio Calabria: una, al tramonto, è di ieri sera mentre un’altra, all’alba, risale a un paio di anni fa.

Con gli occhi verso un paradiso naturale, un luogo suggestivo e affascinante visto da una posizione insolita e temeraria. Il pilone balla, si muove specie in cima, ad ogni piccolo spostamento di chi si trova sui suoi gradini. E’ elastico, composto da un acciaio in lega unica antiruggine.
Quassù sembra di volare, e guardando in basso si ha una sensazione a metà tra le immagni che si possono osservare da un aereo o da google maps. Ma è tutto più bello, perchè per salirci devi sudare e per tornare a terra qualche vertigine – ve lo assicuro – non manca.

Ma le foto possono trasmettere al meglio queste sensazioni. Buona visione!

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